Vorremmo appellarci al dialogo ed alla pace, ma, in condizioni del genere di quelle appena tratteggiate, risulterebbe quanto meno pleonastico. Siamo a fianco dei pochissimi israeliani che si sono sollevati contro questo scempio, ma non possiamo che sostenere il diritto alla resistenza del popolo palestinese (del quale auspichiamo l'unità politica, almeno, in questi frangenti, fra Hamas, settori non corrotti di Al Fatah, Fplp e galassia di sinistra, come invocato dal leader-prigioniero, nelle carceri israeliane, Marwan Barghouti) ed esecrare le diplomazie ed i governi occidentali (e la stragrande maggioranza "addomesticata" dei media), Stati Uniti d'America in testa, ancora una volta complici, se non ideatori e poi falsi narratori, della barbarie sionista. Aderiremo pienamente alle iniziative di solidarietà con la Palestina che si susseguiranno nei territori, a Modena come nel resto d'Italia! LettereInMovimento
Come LettereInMovimento condanniamo fermamente la terroristica aggressione che l'Esercito (Tsahal) dello Stato di Israele, tramite l'Aviazione ed i bombardamenti "a tappeto" ed in attesa dell'annunciata invasione "di terra", sta portando alla già stremata, affamata e segregata popolazione palestinese della Striscia di Gaza, ormai dalla prima mattinata di sabato scorso, 27 dicembre. Azione spietata, e preparata nei minimi dettagli da mesi, che ha già causato 400 morti e oltre 2000 feriti (in maggioranza donne e bambini), nonostante la propaganda della "lotta al terrorismo" e degli "obiettivi mirati". Anche se fossero stati tutti militanti di Hamas, del resto, il "crimine contro l'umanità" sarebbe stato lo stesso. Non è questo il luogo per ripercorrere la genesi, dal 1948 ad oggi, delle bieche azioni israeliane ai danni del popolo palestinese tutto, nè per chiarire quali siano i motivi scatenanti, e sapientemente manipolati, di questa ennesima, vigliacca, offensiva. Per fare questo, dato anche il continuo permutare della situazione, ci proponiamo di organizzare a breve un incontro pubblico durante il quale ragionare, discutere e trarre conclusioni. Per non fare che un esempio, nel mentre scriviamo, giunge notizia che Hamas, forza legittimamente eletta a Gaza, sarebbe disponibile ad una "tregua permanente", comprendente la possibilità di far cessare il lancio di missili Qassam verso il Neghev, in cambio della fine dell'assedio militare e dell'embargo fisico, logistico, sociale, politico ed economico imposto da Israele ai Territori palestinesi da, ormai, diversi anni, tale da avere trasformato Gaza in una immensa "prigione a cielo aperto"; misura, quest'ultima, già chiesta come legittima condizione affinchè non venisse rotta la "tregua semestrale" siglata sei mesi fa. Israele, manco a dirlo, ha fatto orecchie da mercante in entrambe le occasioni, proclamando, fra l'altro, appena adesso, di rifiutare anche la tregua "di 48 ore" chiesta dall'Unione Europea. Non aggiungiamo altro. Crediamo che, di per sè, questa stessa contingenza sia esemplare per capire chi ci troviamo di fronte e quanta sprezzante arroganza ed ottusa malvagità covi nel suo seno.
Informazioni e Appuntamenti
LUNEDì 27 APRILE ore 11.00 Aula Magna della Facoltà di Lettere : Conferenza stampa promossa da LettereInMovimento con l'Ordine dei Medici ed i Professori della Facoltà di Lettere
mercoledì 31 dicembre 2008
Operazione "Piombo fuso", Israele carnefice e vergogna del pianeta! Siamo tutt* palestinesi!
lunedì 22 dicembre 2008
Carta! "Modena in movimento!" Per continuare la lotta, siempre!
Finalmente il sito di Carta/Cantieri Sociali ha pubblicato l'articolo che racconta la nostra esperienza, scritto da Fabio e Giuseppe. Lo trovate in home page fra Gigi Sullo ed il Subcomandante Marcos!
http://www.carta.org/campagne/beni+comuni/16193
Lo pubblichiamo anche sul blog, in modo che possa fungere da rapido riassunto di quel che abbiamo combinato in questi due mesi e di quel che vorremo e sapremo fare da gennaio in poi!
"Quella che segue è una delle pagine del Diario di Bordo dell’Onda che abbiamo pubblicato nelle ultime settimane del 2008. Ci pareva che fosse il modo giusto per raccontare la discesa in campo di una nuova generazione, che ha piena coscienza della precarietà esistenziale cui è condannata e quindi ha deciso di ribellarsi. Questa volta il racconto arriva da Modena."
MODENA IN MOVIMENTO!
La gestazione.
Da tempo Modena attendeva una scossa, un tumulto, una ventata di sana indignazione. Ebbene, questo lungo e rovente autunno questa strana esperienza l’ha portata con sé, tracimando con la verve e la forza di un’Onda Anomala! D’altro canto, si è dovuto aspettare che il Consiglio di facoltà di Lettere e Filosofia, su proposta di un ricercatore, convocasse un’assemblea aperta a studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo, con blocco della didattica, per discutere della legge 133/08, per prendere realmente coscienza. Il 22 ottobre 2008 si è svolto, così, questo partecipato momento di confronto. Alla fine di quella primigenia assemblea è stato approvato un documento di radicale riprovazione. Si era ora instillato in numerose persone il desiderio di contribuire alla nascita di un soggetto nuovo e organizzato che s’impegnasse nella lotta contro un provvedimento legislativo capace di cancellare il futuro di un intero Paese. La mailing-list è stato lo strumento che ci ha consentito di formare una comunità. Assolutamente reale, in carne ed ossa.
La nascita.
Il momento di costituzione di quello che sarebbe divenuto un collettivo di lavoro politico si svolge il 27 ottobre. Dal dibattito emerge la volontà di articolare la nostra identità su modalità orizzontali e condivise, ribadendo la sovranità di un’arma speciale: l’assemblea. Si costituiscono tre gruppi di lavoro e tre rispettivi portavoce a rotazione mensile. Sin da subito si avverte uno scarto di costituzione rispetto ai movimenti precedenti: individui diversi tra loro, alcuni con differenti esperienze politiche di base alle spalle, altri nessuna. Persone che vivono questa lotta come un sincretico incontro capace di sperimentare una nuova pratica politica ed un inedito linguaggio. Nasce LettereInMovimento.
I primi passi.
Il 29 ottobre ci dirigiamo in piazza Grande per svolgere la seconda assemblea del collettivo, con l’intento di ribadire la nostra internità al tessuto cittadino e rompere i confini dell’Università; ci rechiamo poi al parco «Novi Sad» per solidarizzare con gli studenti delle medie superiori e discutere insieme. Il 30 ottobre, Modena è invasa da 10.000 persone che inviano un messaggio ben preciso al Governo: «Noi la crisi non la paghiamo!». Si susseguono innumerevoli assemblee, quasi quotidiane e molto vivaci. La gioia, la leggerezza, l’entusiasmo, la caparbietà e la consapevolezza crescono. Sorgono altri collettivi [UniMOnda, ad esempio].
L’evoluzione.
Nel frattempo, LettereInMovimento approva il proprio atto costitutivo «per la difesa integrale del carattere pubblico dell’Università e della Ricerca contro l’intrusione dei privati, la critica al modello socio-economico esistente, la pretesa di un Sapere critico, complesso ed interdisciplinare». Proponiamo una settimana di «Lezioni in piazza», Infopoint sui provvedimenti governativi [legge 133/08 e dl 180/08], cortei spontanei, sit-in all’interno del Rettorato, aperitivi di autofinanziamento, raccolte firme in appoggio alle iniziative del collettivo ed in contrasto con il fumo e la retorica della rappresentanza, disorientando le altre organizzazioni studentesche modenesi, inerti ed autoreferenziali.
In movimento.
Il 14 novembre si parte da Bologna per Roma. 10 euro a prezzo politico, un viaggio che consuma il fisico, ma non spegne le discussioni ed i confronti notturni. Il treno è vivo. Emana energia politica! Attraversiamo le strade della capitale come «Ateneo di Modena in Rivolta» e partecipiamo all’assemblea nazionale dell’Onda. Coscienti di ciò cui andremo incontro, non crediamo che il lavoro politico si debba esaurire nella sola protesta; questo movimento deve essere l’occasione per appropriarci degli spazi universitari, affrontare i problemi che affliggono il contesto locale e quello globale, criticare l’esistente e proporre alternative per un altro orizzonte possibile. Bisogna creare il cambiamento dei paradigmi politici interpretativi fino ad ora utilizzati, anche se mettere in discussione le pratiche istituzionali fino ad ora subite si dimostra un compito arduo. Noi ci proviamo, camminando e domandando!
sabato 20 dicembre 2008
Bologna, Natale per Tutt@ o per Nessuno! L'Onda al centro commerciale si scontra con l'avidità dei padroni!
Da Globalproject
Nel primo pomeriggio di oggi, sabato 20 novembre, un centinaio di attivisti del Tpo e di Anna Adamolo/Onda Anomala sono entrati nel centro commerciale "Esselunga Meridiana" di Casalecchio, a Bologna. Dopo aver fatto la spesa, questi si sono diretti alle casse chiedendo uno sconto del 25% sui prodotti prescelti. Lo striscione esposto recitava: "Reddito! + Spesa - $p€sa". I dimostranti hanno affermato che oggi vorrebbero riuscire a comprarsi anche il salmone e non solo la merendina "prodotto convenienza", continuando, incessantemente, a spiegare che la crisi globale si sta già facendo sentire. "Le nostre buste paga sono leggerissime e molti di noi non l’hanno mai avuta, i nostri contratti non vengono rinnovati, le bollette non scendono, la Social card di Berlusconi è una miseria non pervenuta. Tutto questo non è giusto! Perchè noi la crisi non la vogliamo pagare!"
A tutti i presenti, sono stati distribuiti dei talloncini gialli ed arancioni da poter presentare alle casse del supermercato per la richiesta della riduzione del prezzo sul prodotto da acquistare. All’iniziativa ha partecipato anche Iris Crena/Crisi Nera che ha distribuito alle donne, ragazze e bambine una borsetta in cui mettere tutto il necessario per sentirsi libere e sicure sempre (assorbenti e preservativi), per il proprio piacere e diletto (ceretta, libri, rossetto). 20 sono le casse cui è stato richiesto lo sconto, le altre 7 sono rimaste libere per tutti coloro che non desideravano partecipare all’iniziativa. Lo "speakeraggio" dai megafoni è stato costante per raccontare a tutte le persone la richiesta presentata al gestore dell’Esselunga e come procedesse la trattativa. I dimostranti hanno anche espresso solidarietà a tutti i lavoratori del settore commercio in lotta per il "contratto truffa". Alta è stata la partecipazione dei dipendenti del centro commerciale e dei cittadini bolognesi pazientemente in fila alle casse in attesa dell’esito. La trattativa è stata estenuante. Gli attivisti e le persone che appoggiavano l’iniziativa hanno chiesto al gestore del centro commerciale di scegliere un Natale per tutt@, altrimenti non lo sarebbe stato per nessuno! Il gestore del centro commerciale ha scelto, invece, una trattativa unilaterale: o guadagna solo lui o non guadagna nessuno! Decidendo così di chiudere il negozio! Alla notizia, tutti sono usciti in corteo attraversando il centro commerciale con slogan quali: "Noi la Crisi Non la Paghiamo!", "Prima di tutto, Natale per Tutt@".
Ascolta gli audio dell’iniziativa a cura di Radio Kairos Bologna:
Chi è Anna Adamolo? [ audio ]
Chi è Iris Crena? [ audio ]
Le voci dei lavoratori del commercio [ audio ]
Le voci dei clienti [ audio ] [ audio ] [ audio ] [ audio ] [ audio ]
"Speakeraggio" finale [ audio ]
Galleria fotografica
venerdì 19 dicembre 2008
Grecia in Revolt! "Merry Crisis and Happy new Fear"!
Per seguire tutti gli aggiornamenti consultare la feature di Uniriot ed Infoaut:
http://www.uniriot.org/index.php?option=com_content&task=view&id=539&Itemid=100
Da Carlo ad Alexis! Appello per una giornata di mobilitazione internazionale il 20 dicembre!
Venerdi 12 dicembre, "l'assemblea generale della Scuola del Politecnico di Atene occupata", ha deciso di lanciare un appello per realizzare una giornata di manifestazioni in tutta l'Europa ed il mondo, per il giorno sabato 20 dicembre 2008: una giornata internazionale in memoria di tutti i giovani ed i migranti assassinati ed in memoria di tutti coloro che lottano contro i lacchè dello Stato: Carlo Giuliani e i giovani delle "banlieus" in Francia, Alexandros Grigoropoulos e numerosi altri in ogni angolo della terra. Le nostre vite non appartengono agli Stati nè ai loro assassini! La memoria delle nostre sorelle e fratelli, amici e compagni vive nelle nostre lotte! Per favore traducete e diffondete questo messaggio il più velocemente possibile per il coordinamento di una comune giornata di azioni di resistenza in più parti del mondo.
"Il rosso di Siena" - Una trasparente inchiesta de "il Manifesto"!
Blocco per tutto il 2009 dei concorsi per i professori ordinari, per gli associati e per il personale amministrativo. Riduzione dei corsi di laurea da 119 a 88 e rimodulazione dei master e dei corsi di perfezionamento. Senza contare i tagli alle spese per 54 milioni di euro, di cui 17 nel 2009 e 37 nel 2010. Il che vuol dire blocco delle assunzioni dei ricercatori, 46 persone che hanno superato il concorso per la maggior parte nel settore scientifico, blocco delle docenze a contratto, dei dottorati e degli assegni di ricerca e del reclutamento dei ricercatori per i prossimi quattro anni. E' l'orientamento adottato dal Consiglio di Amministrazione dell'Università di Siena per fronteggiare un debito che ammonterebbe a 170 milioni di euro, 250 se si calcolano anche i mutui contratti dall'ateneo con le banche (tra le quali il Monte dei Paschi) e la Cassa depositi e prestiti per investimenti nelle strutture. Il debito, in realtà, è ancora in corso di accertamento. Il Cda dell'Università ha chiesto la consulenza di due società di revisione, la Kpmg e la Reag Advisor, per capire lo stato patrimoniale e per accertare i residui attivi e passivi dichiarati in bilancio. Altre stime calcolano, invece, che il debito si sia attestato a 320 milioni di euro. Quello che è certo è che servono 60 milioni di euro per coprire le perdite. Nel frattempo, è intervenuta la Magistratura per accertare le responsabilità che hanno portato una delle più antiche sedi universitarie italiane sull'orlo della bancarotta. Il primo avviso di garanzia spiccato dalla Procura senese è stato inviato alla responsabile dell'Ufficio Bilancio. Un'altra notizia di reato è stata inviata a due responsabili degli uffici economici e a tre componenti dell'organismo di controllo interno. I reati ipotizzati riguardano «falsi con valenza pubblicistica». La Guardia di Finanza sta accertando la vicenda dei debiti contratti dall'ateneo con l'Inpdap: i contributi previdenziali da versare ai dipendenti, compresi i docenti e i ricercatori precari, non sono stati versati nelle casse dell'ente, sebbene risultassero nel bilancio dell'Università. Nella partita rientrano anche 20 milioni per l'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive, mai pagati. Una situazione ben conosciuta tra i ricercatori con un dottorato di ricerca che lamentano ancora a distanza di anni il mancato versamento dei contributi previdenziali. A Siena, a partire dal 2004, queste risorse (90 milioni di euro) sono state usate per pagare gli stipendi di 2300 persone tra docenti e personale tecnico. L'ateneo senese ha ottenuto dall'Inpdap una dilazione di pagamento mediante un ravvedimento oneroso che ha portato alla stipula di un mutuo da 8 milioni di euro all'anno per colmare il debito. Per qualche settimana si è inoltre temuto che gli stipendi, e i contributi, di fine anno non sarebbero stati pagati. Opportunamente, i 5 milioni di euro restanti del contributo annuale provenienti del Fondo ordinario per l'università (Ffo) sono stati versati in anticipo. Allarme rientrato. Tra le misure eccezionali adottate dal "Piano di risanamento triennale" per affrontare la drammatica crisi finanziaria c'è anche l'ipotesi dell'affitto o vendita di una parte del patrimonio immobiliare stimato in 1,6 miliardi di euro. Il rettore Silvano Focardi ha parlato della soppressione delle sedi distaccate a Colle Val d'Elsa, una struttura da 220 posti, laboratori di informatica e biblioteca, le due aule di Follonica utilizzate per le lezioni e il centro di Geotecnologia di San Giovanni Valdarno. Ma non si esclude la cessione alla Regione Toscana di sedi prestigiose come la Certosa di Pontignano. Risorse ritenute necessarie per rientrare dai debiti pregressi e per aprire nuove linee di credito con le banche, in primo luogo con il Monte dei Paschi che siede anche nel Cda dell'ateneo. Il debito era da tempo sotto gli occhi di tutti. La precedente gestione del rettore Piero Tosi, ex presidente della Crui, e del direttore amministrativo Loriano Bigi, dimissionario da pochi giorni, ha lasciato in eredità all'attuale rettore Focardi un disavanzo di 33,8 milioni di euro e debiti superiori a 150 milioni. L'8 novembre scorso, Elisabetta Di Benedetto, rappresentante del personale tecnico-amministrativo della Cgil, si è dimessa dal Cda, lamentando il deficit di democrazia che ha impedito a questo organo di conoscere la relazione sullo stato del debito commissionata due anni fa alla società di certificazione Mazars. «In questa relazione - commenta oggi Marco Iacoboni della Flc-Cgil - si capisce che nel bilancio ci sono 70 milioni di euro di residui attivi, più della metà non sono più esigibili dall'amministrazione». La polemica è in corso, anche perché il rettore sostiene di non avere ricevuto la relazione. In ogni caso, sarebbe un altro colpo al bilancio dell'ateneo. Siena è diventata il banco di prova delle politiche dei tagli stabiliti dalla legge 133/08 che hanno mobilitato per due mesi gli atenei italiani. Il "Piano di risanamento triennale" non lascia nulla all'idea che la Formazione e la Ricerca siano un bene comune e rispondano ad un'utilità sociale, non solo alla battaglia contro gli «sprechi». Si direbbe un esperimento, per quanto indipendente nella sua tempistica, di cosa potrebbe implicare la gestione dell'Università in tempi di crisi. In particolare quella delle sedi «non virtuose». Questa dicitura indica gli atenei che hanno sfondato la soglia del 90 per cento nel rapporto tra il bilancio e gli stipendi dei dipendenti. Siena quest'anno dovrebbe attestarsi al 103,8 per cento. «In realtà - spiega Iacoboni - c'è un uso strumentale dei dati ministeriali. La cifra del 103,8 per cento è un dato grezzo. Bisogna scorporare il dato del personale delle sedi distaccate, quello dei dipendenti del Policlinico. Il Cineca sostiene infatti che Siena era all'87,9 l'anno scorso, mentre quest'anno sarà al 91». La Cgil ha proposto il prepensionamento volontario a 65 anni per gli ordinari. Sui 129 che andranno in pensione il prossimo anno, il risparmio sarebbe di 16 milioni di euro. Aria fresca per far ripartire il reclutamento. Al di là della guerra delle cifre, resta la richiesta al Governo di rivedere i limiti dell'indebitamento consentito, il 15 per cento sull'Ffo destinato all'ateneo senese. Il rapporto diretto con il felpato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, richiesto dal rettore Focardi negli incontri avvenuti il 14 novembre e l'1 dicembre in Roma, e sancito l'8 dicembre nel corso della sua contestata visita a Siena, sembra funzionare. Come prima risposta è giunta la nomina ministeriale di Davide Cantagalli nel Cda, a capo della casa editrice che pubblica i libri di Benedetto XVI e di Marcello Pera. Duplice è il rischio paventato dagli studenti e dai ricercatori precari dell'Onda: il taglio da 8 miliardi di euro dell'Ffo annunciato dalla Finanziaria peggiorerà ancora di più le cose; il "Piano di risanamento" adottato a Siena potrebbe fare scuola per gli altri atenei «non virtuosi». Nessuno tra loro difende gli sprechi. Laddove vengano accertati, vanno cancellati. Il problema è invece un altro: in un Paese dove si spende per studente 8.026 dollari, contro i 10.474 dollari in Europa, e gli investimenti per la Ricerca sono dello 0,9 per cento sul Pil, mentre la media europea è dell'1,3 per cento, i tagli sono inadeguati. Serve una riforma ambiziosa. L'8 dicembre, nel corso di un'assemblea nazionale con gli studenti e i precari della ricerca, il movimento ha presentato un documentato dossier sui tagli previsti. «Il piano di risanamento - afferma Tommaso Sbriccoli, milanese e dottorando in Antropologia - prevede il blocco dei concorsi per i ricercatori per i prossimi quattro anni. La riduzione delle risorse destinate ai contratti fino al 75 per cento. La drastica riduzione dei finanziamenti per gli assegni di ricerca e per i dottorati». «A Siena, come nel resto d'Italia - continua Massimo Tarantini, barese e docente a contratto in Archeologia da otto anni - abbiamo assistito ad un uso esponenziale del contratto: da 538 nel 2001 siamo passati a 2666. Il 42 per cento delle docenze è stato affidato a persone tra i 30 e i 40 anni. Qui non si tratta affatto di difendere questi contratti che, anzi, andrebbero aboliti. Come si fa a vivere con 2000 euro all'anno, nei casi migliori? Tra pochi mesi - aggiunge - i precari saranno costretti a lasciare Siena per cercarsi un lavoro. Di questo non si parla, ma sarà un danno sociale ed economico molto grave per Siena e la sua Università». «Per rimediare agli sprechi - conclude Filomena Ranaldo, tarantina e dottoranda in Scienze della terra-Preistoria - si tagliano i non strutturati. Ricordo che a Siena i docenti sono 1026. Il loro rapporto con i precari è di 2,5 a 1. Non è accettabile lavorare a basso costo e poi, proprio quando ormai è ineliminabile, espellere questo lavoro. A Siena serve un grande piano di rilancio e di apertura alle nuove generazioni».
giovedì 18 dicembre 2008
Arriva la (contro) riforma della Scuola in versione integrale!
Da Repubblica.it
"La Scuola cambia". E' lo slogan del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che a margine del Consiglio dei ministri di questa mattina ha presentato i quattro decreti che lanciano la riforma scolastica. Tantissime le novità previste per l'anno prossimo rispetto all'assetto attuale. Salta il "modulo" (tre insegnanti su due classi) nella scuola primaria, stop alla giungla di indirizzi al superiore e potenziamento dell'Inglese. "Per la prima volta in Italia dopo la riforma Gentile del 1923 - dice Gelmini - si mette mano alla Scuola con una riforma organica di tutti i cicli (elementari, medie, superiori). Elementari e medie cambiano dal primo settembre 2009, le superiori dal primo settembre 2010". "Più chiarezza e opportunità per le famiglie, più efficienza, semplificazione e snellimento dell'organizzazione e delle procedure, valorizzazione del ruolo dei docenti", i principi che ispirano la riforma. Ma vediamo quali sono le novità.
Scuola dell'infanzia. Dal prossimo anno, l'ex scuola materna potrà nuovamente accogliere i bambini di 2 anni e mezzo. Viene infatti ripristinato l'anticipo morattiano abolito dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. Per andare incontro alle esigenze delle famiglie, vengono anche confermate le "sezioni primavera" per i piccoli di età compresa fra i 24 e i 36 mesi, introdotte dal governo Prodi.
Scuola primaria. L'organizzazione modulare, ha spiegato la Gelmini, verrà abolita dal prossimo anno in tutte le classi. Il modello per il futuro sarà quello "dell'unico maestro di riferimento". Alunni e famiglie, anche in relazione alle richieste di orario (24, 27, 30 o 40 ore settimanali), non vedranno più alternarsi in classe tre insegnanti che singolarmente si occuperanno dell'area linguistica, di quella scientifica e di quella logico-matematica. Dal prossimo anno un maestro resterà in classe per 22 ore settimanali lasciando ad un collega le restanti ore da svolgere in classe.
Scuola media. Le prime classi della scuola secondaria di primo grado, dal 2009/2010 saranno articolate in 29/30 ore settimanali. E sarà possibile per le famiglie, al posto di due lingue straniere, scegliere 5 ore di Inglese a settimana: il cosiddetto "Inglese potenziato". Resta la possibilità di optare per il Tempo prolungato che si articolerà in 36/40 ore settimanali. E per gli alunni stranieri sarà possibile utilizzare due ore della seconda lingua per attivare "corsi di Italiano per stranieri".
Scuola superiore. Le principali novità riguardano la scuola superiore la cui riforma partirà dal 2010/2011. Scelta definita dal ministro "di buon senso". Al posto dei 750 indirizzi (tra sperimentazioni e ordinamenti) attualmente esistenti ce ne saranno 20: 9 per i licei (classico, scientifico, delle scienze umane, linguistico, musicale e artistico con tre indirizzi) e 11 per gli istituti tecnici. Lo studio dell'Inglese diventerà obbligatorio in tutti e 5 anni gli anni, nei licei musicale, artistico e delle scienze umane si studieranno due lingue straniere e al quinto anno una disciplina non linguistica sarà insegnata in Inglese. Verrà potenziato anche lo studio della matematica e delle scienze in tutte le scuole e rilanciati i laboratori che saranno trasformati in "veri e propri centri di innovazione attraverso la costituzione di dipartimenti di ricerca". Gli istituti tecnici saranno rivoluzionati. I 204 indirizzi diventeranno 11: due per il settore economico e 9 per quello tecnologico. I 5 anni di corso saranno suddivisi in due bienni (uno di base e l'altro specialistico) e un ultimo anno che servirà al perfezionamento dell'indirizzo. Al quinto anno sarà possibile svolgere stage aziendali mentre gli istituti "si aprono al mondo del lavoro con esperti e professionisti che possono entrare nel comitato scientifico della scuola". Per tutte le scuole, le ore di lezione dovranno tassativamente essere di 60 minuti: non sarà più possibile, come avviene attualmente per andare incontro al pendolarismo degli studenti, svolgere ore di 50 o 55 minuti. E per i docenti meritevoli ci sarà un premio: "Fino a 7000 euro l'anno". Ma l'obiettivo appare piuttosto lontano visto che occorre stabilire come assegnare queste eventuali risorse, disponibili soltanto se si concretizzeranno i risparmi, e a chi darle.
Intanto il personale della Scuola deve accontentarsi di un rinnovo contrattuale per il 2009 che la Cgil si è rifiutata di sottoscrivere, definendolo "una miseria che offende la dignità dei lavoratori". Docenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) per il prossimo anno potranno spendere qualcosa come 79 euro lordi in più al mese. A tanto ammonta l'aumento retributivo per un docente di scuola media con vent'anni di anzianità. Per una maestra di scuola primaria con appena due anni di servizio la cifra scende a poco meno di 60 euro lordi mensili.
martedì 16 dicembre 2008
Solidarietà alle licenziate ed ai licenziati della Maserati!
LettereInMovimento e CollettivoEconomia esprimono la loro solidarietà e assicurano la loro presenza alle iniziative di lotta intraprese dalle lavoratrici e dai lavoratori della Maserati a difesa dei 112 posti di lavoro interinale che l'azienda, con un atto unilaterale ed arrogante, taglierà a breve. Esprimono altresì il loro appoggio al delegato sindacale Fiom/Cgil che è stato sospeso in via cautelare; gesto compiuto, in sostanza, per continuare ad intimidire l'attività e l'intervento sindacale in Maserati. La crisi che stiamo vivendo riguarda ogni ambito sociale: attraversa l'Università tanto quanto il mondo del lavoro. I licenziamenti che oggi colpiscono migliaia di operai nel Paese sono il tentativo di chi controlla e gestisce il sistema industriale di far pagare i limiti e le contraddizioni di questa società alla parte più debole, precaria e ricattabile della forza lavoro. All'interno dell'Università e della fabbrica si riproducono le medesime dinamiche di sfruttamento e precarizzazione della condizione produttiva del lavoro materiale e immateriale.
”Noi la crisi non la paghiamo, la paghi chi l'ha creata!”
CollettivoEconomia
sabato 13 dicembre 2008
Per una traccia di prospettiva. "Lo Sciopero Generale e la sfida dell'Onda!"
Da GlobalProject, pubblichiamo un contributo di valutazione rispetto alla giornata del 12 dicembre, con particolare riferimento al corteo romano, composto da due esponenti della "Sapienza in mobilitazione",
"L’Onda si è ripresa la piazza. Nonostante nelle ultime settimane fosse stata data per esaurita la sua spinta propulsiva, nonostante l’oscuramento mediatico riservato allo Sciopero Generale indetto dalla Cgil e dalle sigle del sindacalismo di base e nonostante condizioni atmosferiche a dir poco sfavorevoli, il corteo autonomo che da piazzale Aldo Moro si è snodato per le strade della città arrivando davanti al Ministero dell’Istruzione, ha dimostrato che il movimento studentesco non ha perso vitalità né determinazione. Evidentemente qualcuno aveva sperato in un fenomeno estemporaneo, incapace di costruire continuità oltre quella fase di straordinaria partecipazione che aveva sorpreso l’intero paese e spiazzato il Governo. Non è stato così. Un movimento si distingue infatti per la capacità di fare delle promesse e di lanciare delle scommesse. La promessa di costruire un corteo indipendente, aperto alle esperienze di conflitto non rappresentabile e in grado di incrociare i percorsi sindacali a partire dalla propria autonomia, è stata mantenuta con successo. La stessa indizione dello Sciopero Generale, fortemente voluta dal movimento, è un risultato di assoluta importanza. Ancor più significativa però è la scommessa che, a partire da questo 12 dicembre, l’Onda ha gettato per il prossimo futuro: fare del movimento un’opportunità per tutti per resistere a quell’ignobile guerra contro lavoratori, precari, migranti e studenti che il Governo si appresta a portare avanti sotto la scure della crisi economica. Qualsiasi ritorno a logiche concertative e corporative determinerebbe una sconfitta generale. Questo è il messaggio e la sfida che ci consegna questa giornata. Gli studenti, tanto in Italia quanto in Grecia, non stanno animando una lotta di settore, non reclamano banalmente un posto nella società o nel mercato del lavoro. Fanno molto di più, mostrano cioè che è la stessa distribuzione dei posti ad essere truccata. La dequalificazione e il definanziamento delle istituzioni formative unito al declassamento delle condizioni salariali e lavorative parlano di quel generale processo di precarizzazione e impoverimento che tenderà, nei fatti, a ridurre ad un minimo quegli spazi di libertà attraverso cui la società pensa e inventa se stessa. Per questo la generalizzazione dello sciopero appare come la ricaduta naturale di queste settimane di conflitto e, al tempo stesso, l’apertura di una nuova fase per il movimento. Siamo ad un bivio che non concede neutralità. Il confluire dell’Onda nello sciopero sindacale non esprime affatto il richiamo ad un’astratta unità tra lavoratori e studenti. È lo stesso confine tra Formazione e lavoro, tra occupati e disoccupati ad essere messo fortemente in discussione da queste lotte. Questa giornata esprime, casomai, l’urgenza di un’alternativa: o saremo in grado di costruire materialmente delle alleanze a partire da un nuovo modo di pensare alle garanzie collettive, che passi per una democratizzazione di un Welfare in via di disfacimento e per il diritto ad un reddito oltre l’impiego che rivendichi la possibilità di rifiutare la corsa al ribasso delle condizioni di vita, oppure niente potrà evitare che i costi di questa crisi siano scaricati addosso all’intera società. Noi questo prezzo, non lo vogliamo proprio pagare!"
Per un primo bilancio di movimento...
Da "il Manifesto"
Nonostante il giudizio universale che piove sulle nostre città da giorni (a Roma vi è stata una singolare congiunzione di contingenza storica e naturale, l'Onda che ha raggiunto il Ministero vuoto e ha incontrato l'onda che esonda il Tevere), positivi e radicali sono stati i toni, le passioni, i contenuti dello Sciopero Generale Generalizzato di ieri. Uno Sciopero Generale Generalizzato che ha visto l'Onda ancora una volta protagonista, nei numeri, nella qualità della partecipazione. A Roma, a Napoli, a Venezia, a Bologna, a Torino, a Milano, per citare solo alcune delle città dove i cortei dell'Onda hanno surfato lungo i cortei sindacali e hanno bloccato traffico e circolazione, o occupato stabili in disuso (è il caso di Roma, Horus). Uno Sciopero che non chiude nulla, semmai lascia aperte sfide importanti a venire, nella crisi che di certo non si rilassa, ma vivrà i suoi picchi più significativi nei prossimi mesi. Resta aperta la battaglia, infatti, all'Università. Intatta la 133/08, ma scricchiolante il Decreto legge 180, ferma la riforma. Non era scontato: la riforma era nelle corde del Governo, preparata già in primavera dalla costituzione dell'Aquis e foraggiata dagli editorialisti del "Corriere della sera". Contro gli sprechi, tanta America, non quella del presente, ma quella del passato già sconfitto: competizione degli atenei, differenziazione dei finanziamenti, efficienza e produttività, dismissione del pubblico. Alcuni elementi hanno preso corpo nel Decreto legge 180, ma il resto rimane in bilico, tra la vocazione dirigista di Berlusconi e la realtà: due mesi e mezzo di occupazioni, manifestazioni selvagge, blocco della circolazione. Abbassare la guardia sarebbe sciocco, se non dannoso, ma è altrettanto dannoso non cogliere quanta strada è stata fatta fin qui, con fatica, con gioia senza limiti, con determinazione. Anche per l'Università, oltre alla continuità, ci sarà bisogno di concretezza. La concretezza di pratiche alternative in grado di far vivere qui e ora, e non nei domani che cantano, l'Università che desideriamo. E allora: riqualificazione del Sapere e Autoformazione, biblioteche aperte fino a tardi, riduzione o cancellazione delle tasse (altro che aumenti!), servizi, democratizzazione dei processi decisionali, Ricerca indipendente. Una miriade di vertenze territoriali che parlano il linguaggio dell'AutoRiforma! Altrettanto decisiva la sfida sul Welfare e i nuovi diritti: reddito, questa la parola d'ordine che finalmente si incarna in pratiche di massa e chiede conto a tutti, anche a chi nel sindacato per lungo tempo è stato riottoso e indisponibile. Teatro, cinema, casa, mobilità: una nuova generazione esclusa dal vecchio patto mancato, quello postfordista, pretende un patto di nuova natura, inscritto nella crisi di sistema, unico antidoto alla catastrofe sociale.
Convinti che le strade dell'Onda siano ancora lunghe, aspettiamo il nuovo, con l'ansia di chi sa che la lotta sarà ancora faticosa, ma con la gioia di chi sa che solo i movimenti, quelli veri, possono cambiare le cose!
12 dicembre. L'Onda non si arresta! "Ateneo di Modena in Rivolta" attraversa le strade di Bologna!
Come Ateneo di Modena in Rivolta/coordinamento dei collettivi (LettereInMovimento, UniMOnda, CollettivoEconomia), insieme ad altre organizzazioni di base modenesi ed agli studenti medi-superiori, ieri 12 dicembre, ci siamo ritrovati presso la stazione di Modena, alle 7.30 del mattino, per partire alla volta di Bologna. Destinazione: corteo autonomo ed indipendente dell'Onda per generalizzare lo Sciopero Generale, ma non antagonista rispetto ai tre cortei della Cgil ed a quello del sindacalismo di base (ben cinque cortei hanno infatti paralizzato Bologna, compreso il nostro!). Eravamo un centinaio, e considerando l'orario ed il "tempo da lupi" ci si può dire soddisfatti. Siamo, quindi, saliti sul treno, esercitando il nostro diritto alla mobilità libera e gratuita, lì dove abbiamo solidarizzato con le realtà in lotta provenienti da Parma e Reggio Emilia.
Giunti a Bologna, ci siamo tutti insieme incamminati (comprese le soggettività appena giunte da Forlì e Rimini) verso piazza Verdi, luogo del concentramento, improvvisando un corteo spontaneo sotto la pioggia battente e srotolando il nostro striscione: "Noi la crisi non la paghiamo!" Piazza Verdi, cuore della città dei Saperi e delle lotte, alle 9.30 era ancora semivuota, in quanto il movimento bolognese era, nel frattempo, impegnato a picchettare alcune facoltà per garantire a tutt* di potere aggregarsi alla mobilitazione. Piano piano, alle rappresentanze provenienti dalle città della regione si sono aggiunti gli studenti medi-superiori, gli insegnanti, i bambini, i centri sociali bolognesi (Tpo, Crash, Spazio Sociale), le realtà politiche autorganizzate, il Coordinamento Migranti, i ricercatori precari, le lavoratrici ed i lavoratori della Cultura, e infine gli universitari dalle "facoltà ribelli". Il corteo dell'Onda era composto e pronto per partire: 2000 persone belle cariche a sfidare una pioggia sempre più massacrante!
"Non pagheremo la vostra crisi! "Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini". Sono stati gli alunni, e le maestre, delle scuole primarie ad inaugurare il serpentone: palloncini e scenografie a simboleggiare l’Onda che si accingeva a travolgere Bologna. Lo spezzone sociale e promiscuo era aperto dallo striscione: "Arriva l'Onda Anomala! Tutto il reddito ai surfisti!" Nonostante le intemperie, si è trattato di un corteo che racchiudeva tutte le soggettività della città e della regione Emilia Romagna colpite dalla crisi, per una manifestazione comunicativa, aperta, rumorosa, attraversabile, ma anche determinata. Ad esempio, quando ci è stata tolta la parola (peraltro concordata), causa maltempo, dal palco della Cgil in piazza Maggiore, dove si svolgeva il comizio con il segretario generale Guglielmo Epifani; ebbene, in quel frangente, il corteo dell'Onda, tramite il sound system che rigettava voci molteplici e musica antagonista a getto continuo, si è posteggiato in via Rizzoli, in fondo a piazza Maggiore, per intecettare i lavoratori e le lavoratrici sindacalizzati/e sulla via del ritorno e pronunciare, nonostante tutto, il proprio sacrosanto intervento! Ci siamo ripresi, dal basso, piazza Maggiore ed il diritto alla parola: autonoma, critica e diretta!
Siamo poi arrivati al civico 67 di via Indipendenza, formando un presidio improvvisato di fronte al Consolato greco, in ricordo di Alexis, assassinato dalla Polizia, ed in solidarietà con la situazione "di sommossa" greca. Rapidi momenti di tensione con le forze di Polizia schierate a difesa dello spazio. Tanta ira, collera e commozione per l'assurda uccisione del compagno greco. Per urlare, forti e compatti: "Con Alexis nel cuore! La rabbia degna!" Si è appeso, come ulteriore gesto forte, uno striscione di fronte al Consolato che recitava: "L''Università non si tocca. Studenti in rivolta!".
Ma non era finita, perché la generalizzazione non prevede sconti! Al classico grido: "Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città!", il corteo si è diretto verso i Viali per effettuare un blocco del traffico e dei flussi produttivi della metropoli, giungendo a porta San Donato, per poi concludersi, dopo quattro inzuppatissime ore, in zona universitaria.
L'Onda, il 12 dicembre, si è ripresa le piazze di tutta Italia, non soltanto Bologna! Per contributi, foto, report, comunicati da tutte le realtà in lotta, consulta la feature di Uniriot, "Generalizzato lo sciopero. Noi la crisi ve la facciamo pagare!":
Sciopero generale della Cgil e dei sindacati di base! Oltre un milione e mezzo di persone nelle piazze d'Italia!
Da Repubblica.it
Malgrado l'inclemenza del tempo, con neve al nord e pioggia al centro-sud, un milione e mezzo di persone, secondo le rilevazioni della Cgil, sono scese in piazza in tutte le principali città italiane accogliendo l'invito allo Sciopero Generale lanciato dal sindacato. "I dati sono molto buoni e confortanti, soprattutto nelle fabbriche del nord e questo dà ragione alla domanda di cambiamento della politica del Governo", ha commentato il segretario nazionale Guglielmo Epifani al suo arrivo in testa al corteo di Bologna. Una manifestazione, quella emiliana, che secondo il sindacato ha mobilitato circa 200 mila persone. E un buon successo hanno avuto anche le venti manifestazioni organizzate, sempre oggi, da Cobas, Cub e Sdl, e a cui hanno aderito centinaia di migliaia di lavoratori: "Uno Sciopero Generale - ha spiegato il leader dei Cobas, Piero Bernocchi - su una piattaforma radicalmente diversa da quella della Cgil". Tra le prime piazze a riempirsi questa mattina, quella di Torino, dove ad aprire il corteo di circa 30 mila persone era lo striscione "Contro la valanga della crisi!". Alla manifestazione hanno partecipato operai, lavoratori della scuola, della pubblica amministrazione e gli studenti dell'Onda. Secondo fonti sindacali, l'adesione per il settore metalmeccanico è del 90% per la Teksid di Borgaretto e per la Itca, dell'80% per la Microtecnica e la Elbi, del 70% all'Alenia di Caselle e del 65% alla Dayco. Ottimi, secondo la Cgil, anche i dati della Lombardia. In Brianza alla Candy l'adesione è stata dell'80%, ben oltre il doppio del numero degli iscritti, come ha spiegato una nota. Ugualmente nel settore pubblico, dove la partecipazione alla giornata di sciopero indetta dalla Cgil è andata molto oltre il suo numero di iscritti. A Milano i manifestanti, circa 80 mila secondo le stime sindacali, si sono messi in marcia da Porta Venezia portando con loro tantissime bandiere rosse del sindacato listate a lutto, per ricordare "la strage delle morti sul lavoro". "Ogni passo indietro del governo è un elemento positivo perché è il segno che la lotta paga", ha detto la segretaria nazionale della Flc-Scuola e Università Morena Piccinini riferendosi al rallentamento della riforma della scuola. E' partito sotto la pioggia anche il corteo organizzato dalla Cgil di Napoli. Ad aprire il corteo di circa 40 mila lavoratori, che si è mosso da piazza San Francesco, uno striscione con lo slogan "Più lavoro, più salario, più pensioni, più diritti". A seguire le delegazioni dei lavoratori della Fiat di Pomigliano e di numerose aziende del settore metalmeccanico, del settore edile, delle telecomunicazioni, del pubblico impiego. Sotto una pioggia battente anche i circa 10 mila lavoratori scesi in piazza ad Ancona. Folla delle grandi occasioni anche a Bari, con circa 30 mila manifestanti, mentre a Firenze ben quattro cortei hanno paralizzato la città. Mobilitazioni anche a Venezia, Cagliari, Palermo e in molti altri centri minori. In ritardo invece sull'orario previsto le manifestazioni di Roma (tre i cortei), dove il traffico e i numerosi allagamenti hanno creato non pochi disagi. "Un risultato di grande rilievo - ha commentato in serata il segretario confederale responsabile d'organizzazione, Enrico Panini - anche in considerazione delle avverse condizioni metereologiche e dello stato di calamità naturale proclamato in alcune zone del paese, tra queste Roma, il risultato della partecipazione alle manifestazioni". Sull'adesione allo Sciopero Generale, Panini ha osservato: "E' stata omogenea nel nord, nel centro e nel sud, ed è stata molto buona: ci risulta, infatti, che in tantissime aziende del paese si sia andati ben oltre il doppio del numero dei nostri iscritti, e in alcuni casi addirittura il triplo". Quanto ai settori, continua, "è molto significativo il risultato raggiunto nel comparto industria". Ma è stata buona anche "l'adesione nella Scuola ed è andata bene nel Pubblico impiego, anche in considerazione del fatto che queste due categorie sono state recentemente chiamate a scioperare".
venerdì 12 dicembre 2008
Retromarcia del Governo sulla Scuola. Intervento di Militant A (Assalti Frontali)
Militant A, oltre ad essere il front-man degli Assalti Frontali, è un genitore della scuola Iqbal Masih, periferia sud-est di Roma, in mobilitazione dai primi di settembre contro gli scempi della contro-riforma Gelmini.
Postiamo un suo messaggio,
"L’anno prossimo la scuola primaria del "tempo pieno" e la scuola dell’infanzia avranno le 40 ore e le due maestre interne, come chiedevamo. Questa è una vittoria. Davanti ad un movimento enorme che ha coinvolto milioni di persone il Governo ha fatto marcia indietro. Non possono dirlo in maniera chiara perché la Gelmini dovrebbe dimettersi, ma il decreto 137/08 (poi legge 169/08) è di fatto annullato. Il maestro unico facoltativo è una cazzata. Il fascismo non è passato. Ora le famiglie possono decidere liberamente il modello di Scuola pubblica per i loro figli. Grazie a tutti i bambini e le bambine che hanno occupato le scuole e manifestato per strada con la loro allegria contagiosa. Grazie alle maestre ed ai maestri cha hanno lottato in tutti i modi, dagli scioperi compatti ai balletti rap. Grazie alle mamme e ai papà che si sono trasformati in leoni.
La Scuola è di chi ci vive. Questo deve essere il nostro slogan. Disobbediamo a tutto il corollario che ci vogliono imporre. Disobbediamo alle "classi ponte" e ammettiamo tutti i bimbi e le bimbe che non parlano bene l’Italiano, disobbediamo alle valutazioni in decimali. Disobbediamo all’ora di religione, via il Vaticano dalle nostre scuole! Non abbiamo paura di abbracciarci per questa vittoria, è piccola, sì, in mezzo a tutti i problemi, ma indica una strada. Quanti dicevano: "Tanto non si può fare niente! E’ inutile protestare". E inveve no! Si poteva fare qualcosa e noi lo abbiamo fatto! E’ stato utile protestare, abbiamo dei risultati concreti da portare a casa e ne beneficeranno tutti. E’ chiaro che la lotta resta aperta come lo era prima e lo sarà sempre. Per oggi godiamoci questa conquista!"
Ma la lotta continua, perché la legge 133/08, il dl 180/08 e le "Linee Guida per l'Università", con tutto il loro deleterio contenuto di tagli, privatizzazioni, dequalificazione dei Saperi, eccetera eccetera, rimangono in piedi!
Fin quando non saranno spazzati via questi provvedimenti, non un passo indietro!
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Modena. Alla Maserati Auto licenziati 112 lavoratori interinali! Esplode la lotta! La precarietà continua a mietere vittime!
Sotto postiamo il comunicato unitario Fim-Fiom-Uilm Modena riguardo alla vicenda,
Esprimendo al contempo la massima vicinanza alle lavoratrici ed ai lavoratori di Maserati Auto da parte di LettereInMovimento!
"Si è svolto oggi uno sciopero spontaneo di 8 ore dei lavoratori e lavoratrici della Maserati Auto con presidio davanti ai cancelli e cortei all’interno dello stabilimento che ha bloccato l’attività produttiva per l’intera giornata.
Lo sciopero è stato indetto per protestare contro la decisione aziendale di non rinnovare il contratto a 112 lavoratori interinali motivandola con la previsione di riduzione di circa il 40% dei volumi produttivi per il 2009.
La mobilitazione prosegue con assemblee in azienda indette da Fim-Fiom-Uilm e Rsu aziendale lunedì 15 dicembre per decidere nuove azioni di lotta che potranno concretizzarsi anche nella stessa giornata di lunedì.
Fim-Fiom-Uilm e una delegazione di lavoratori di Maserati saranno ricevuti dal Prefetto di Modena lunedì 15 dicembre alle ore 10.30 e alle 15.30 dal Sindaco di Modena e dal Presidente della Provincia. Ad autorità ed istituzioni, sindacati e lavoratori chiederanno di intervenire presso la direzione di Maserati perché si possa riprendere il confronto per ricercare tutte le soluzioni possibili a tutela dell’occupazione.
La mobilitazione di oggi, che proseguirà nei prossimi giorni, è stata decisa dopo l’ultimo incontro di mercoledì 10 dicembre in cui la direzione ha comunicato la decisione unilaterale e improvvisa di lasciare a casa gli oltre cento lavoratori somministrati dalle agenzie di lavoro temporaneo alla scadenza del contratto il 31 dicembre prossimo, senza possibilità di mediazione alcuna con le proposte avanzate da sindacati e Rsu.
Si tratta di lavoratori che da mesi lavoravano ormai in Maserati, alcuni si erano visti rinnovare ripetutamente il contratto sino a 18 mesi, tutti giovani fra i 20 e i 35 anni, provenienti in larga parte dal Sud Italia, molti di loro in affitto e anche con famiglia a carico, che ora rimarranno di colpo senza lavoro e senza alcun sostegno, né familiare, né in termini di ammortizzatori sociali.
“La decisione dell’azienda è stata unilaterale e inaspettata - affermano i segretari di Fim-Fiom-Uilm modenesi Claudio Mattiello, Giordano Fiorani e Villiam Manfredini - negli incontri fatti da ottobre ad oggi si prospettavano esuberi molto più ridotti, inizialmente l’azienda parlava di 40 unità, poi a fine novembre si erano ridotte a 25 (15 lavoratori avevano infatti trovato un’altra collocazione) e solo mercoledì l’azienda ci ha messo di fronte alla realtà di 112 esuberi. Tanto che - continuano Mattiello, Fiorani e Manfredini - l’incontro del 10 dicembre doveva essere una verifica sull’impegno preso dalla direzione per ricollocare tramite le agenzie di somministrazione i 25 esuberi”.
I sindacati parlano di superficialità e incapacità dell’azienda, del tentativo subdolo di dilazionare scelte dolorose programmate già da mesi. La direzione Maserati ha infatti motivato la decisione con la previsione di ridurre in modo deciso la produzione per il 2009 a 6.600 auto rispetto alle 10.000 prodotte nel 2008, dopo che solo poche settimane prima aveva invece accreditato una previsione più contenuta di riduzione dei volumi produttivi di 8.200 auto per il 2009.
L’azienda non ha tenuto in alcuna considerazione e ha liquidato in modo sbrigativo le proposte avanzate dai sindacati per evitare i licenziamenti, a cominciare dall’attivazione di periodi di cassa integrazione guadagni per fronteggiare la crisi produttiva e come alternativa agli esuberi; al ricorso alle ferie collettive e ai 14 giorni di permessi retribuiti da utilizzare in modo collettivo per ridurre le giornate di effettiva prestazione sulle linee; sino all’utilizzo di una parte degli utili aziendali realizzati sul 2007 e anche di quelli prevedibili sul 2008 (a cui anche i lavoratori interinali hanno contributo) per attivare percorsi di formazione e riqualificazione a carico dell’azienda che dessero loro garanzia di prospettive occupazionali in Maserati.
L’impatto della crisi sulla Maserati (che per la prima volta osserva una lunga chiusura in occasione della pausa festiva dal 22 dicembre al 9 gennaio) e l’inadeguatezza delle misure messe in campo dall’azienda, sta producendo effetti disastrosi sull’occupazione: oltre ai 112 lavoratori somministrati che perderanno il posto a fine anno, l’azienda rimanderà a Melfi e a Torino altri 55 lavoratori in distacco che si troveranno ad affrontare la cassa integrazione in quelle aziende, mentre incerta è anche la sorte dei 22 contratti a tempo determinato che scadono a marzo 2009. Tutto ciò avrà presumibilmente ricadute gravi anche su Ferrari Auto che è fornitrice di motori e verniciatura per Maserati".
Fim-Fiom-Uilm Modena
giovedì 11 dicembre 2008
Scuola. Il Governo trema e arretra!
Il governo frena sulla riforma della Scuola. Un'altra, graduale, vittoria del movimento!
Rinviata di un anno la riforma delle scuole superiori. E' il primo risultato del braccio tra mondo della Scuola e Governo condotto negli ultimi due mesi. Ma dall'incontro con i sindacati a Palazzo Chigi emergono altre importanti novità. Salta, in pratica, il maestro unico alla scuola elementare e viene confermato il tempo pieno di 40 ore, sempre alla scuola elementare. Le importanti novità, che rappresentano un'autentica marcia indietro dell'esecutivo, sono scaturite da un mini-vertice svoltosi ieri tra il premier, Silvio Berlusconi, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, il collega dell'Economia, Giulio Tremonti, e il presidente della commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea. La novità senz'altro più importante è lo slittamento di un anno (al 2010/2011) della riforma delle scuole superiori: licei, istituti tecnici. Per l'istruzione professionale è tutto ancora in alto mare. I regolamenti verranno presentati al Consiglio dei ministri del prossimo 18 dicembre, ma la riforma partirà dal primo settembre 2010. "Per dare modo alle scuole e alle famiglie - si legge in una nota del Ministero - di essere correttamente informate sui rilevanti cambiamenti e sulle innovazioni degli indirizzi". Sul secondo ciclo "si aprirà un confronto con tutti i soggetti della Scuola sull'applicazione metodologico-didattica dei nuovi regolamenti".
I punti principali della riforma delle scuole superiori prevedono "lo snellimento e la semplificazione degli indirizzi scolastici, più legame tra le richieste del mondo del lavoro e la Scuola, il riordino degli istituti tecnici e più opportunità per le famiglie". Dagli 820 indirizzi scolastici (tra sperimentazioni e ordinamenti) si passa a 5 licei (classico, scientifico, artistico, delle scienze umane, linguistico e musicale) e 11 indirizzi per quanto riguarda gli istituti tecnici. Inoltre, "saranno messe a regime le migliori esperienze delle sperimentazioni" e verranno aumentate le ore di "studio della lingua inglese, delle discipline scientifiche e di matematica".
La scuola dell'infanzia dove erano a rischio le 40 ore settimanali del cosiddetto "tempo normale" resterà praticamente invariata e viene confermato il "Tempo pieno" con due insegnanti per classe, così come richiesto dal "parere Aprea". Alle medie, l'orario settimanale sarà di 30 ore, anziché 29 come ipotizzato dal Piano-Gelmini. Il numero massimo di alunni per classe non verrà elevato. Infine, il governo, si è dichiarato disponibile ad aprire un tavolo sul precariato. La marcia indietro del governo non soddisfa Flc Cgil e Cobas che confermano lo sciopero generale di domani. Soddisfatto Walter Veltroni. "Vedo - ha detto il segretario del Pd - che il Governo sulla Scuola fa una completa marcia indietro. Ora tutte le prediche che ci avevano fatto, le lezioncine rivolte a noi e a quanti osavano criticare che fine hanno fatto? Vuol dire che avevamo ragione noi, avevano ragione i sindacati dei docenti, gli studenti, i genitori, quel grande movimento che aveva bocciato la finta riforma".
Ateneo di Modena in Rivolta! Piattaforma politica per lo Sciopero Generale Generalizzato del 12 dicembre!
Il 12 dicembre (data di luttuose ed eroiche giornate per il nostro Paese), in occasione dello Sciopero Generale proclamato dalla Cgil e dai sindacati di base (Cobas/Sdl/Cub) sotto la spinta propulsiva del movimento dell'Onda, saremo a Bologna e ci collocheremo nel corteo autonomo ed indipendente che partirà, alle ore 9.30, da piazza Verdi per attraversare le mobilitazioni sindacali e la città nonché proiettarsi durante l'intero arco della giornata; un corteo che sappia relazionarsi con il mondo del lavoro, quindi non antagonista con i cortei sindacali e con i partiti che vi hanno aderito, costruito assieme al movimento bolognese, alle soggettività autorganizzate della Cultura e della Formazione, agli studenti, ai genitori, agli insegnanti, ai precari, ai migranti, ai comitati per la difesa dei beni comuni.
Sarà l'occasione per generalizzare il conflitto e marcare i nostri contenuti specifici, essendo fortemente consapevoli che l'attacco anti-popolare del Governo di centro-destra e di Confindustria è sistemico (giusto per citare alcuni dati: 2,3 milioni di precari privi di qualsiasi tipo di ammortizzatore sociale; 362.000 persone occupate nell'industria, artigianato, edilizia e servizi messe in Cassa integrazione da gennaio 2008 ad ora; la Fiat che chiude per un intero mese tutti i propri stabilimenti sul territorio, mandando 59.000 lavoratori in Cassa integrazione) e quindi provando ad inserirci entro un piano d'opposizione sociale quanto più possibile largo ed unitario.
Per gridare forte: “Noi la crisi non la paghiamo!”, “lì dove il “Noi” dello slogan non è corporativo e non parla soltanto degli studenti: “Noi” sono tutti coloro che la crisi non l'hanno prodotta e che dunque non intendono pagarla” (dall'appello della “Sapienza in mobilitazione”). Perché la crisi è duplice: dell'economia capitalistica globale e dell'Università. E Noi la dobbiamo rovesciare!
COSA VOGLIAMO E COSA NON VOGLIAMO!
- Contro le leggi 133/08, 169/08, le Linee Guida del Governo per l'Università, il Dl 180/08;
- Contro l'aziendalizzazione e la privatizzazione di Scuola, Università e Ricerca;
- Contro la parcellizzazione, la frammentazione e la nozionistica imposte alla Conoscenza;
- Per la liberazione dei tempi e dei modi dello Studio;
- Per un Sapere critico, complesso, molteplice ed interdisciplinare, da ricercarsi anche dialogando con quei docenti “illuminati” che pure esistono;
- Per l'AutoRiforma dell'Università, da costruirsi mediante pratiche di AutoFormazione, e l'espansione di un terreno di critica generale all'Università esistente;
- Per la laicità integrale di Scuola, Università e Ricerca;
- Per l'applicazione scientifica della legge 626/94 e del Testo Unico sulla Sicurezza negli ambienti scolastici ed accademici, oltre che nei luoghi di lavoro;
- Contro la Finanziaria 2009 ed il massacro “sociale” che deriverebbe dalla sua applicazione;
- Contro le leggi “bipartisan” che hanno consentito l'irreversibilità del processo di precarizzazione del lavoro: “pacchetto Treu” e legge 30/03;
- Per un Welfare del comune (common-fare) che parli di erogazione di reddito diretto ed indiretto (casa, servizi, cultura, estensione del Diritto allo studio) per studenti, disoccupati e precari, nonché di salario minimo intercategoriale per tutte le lavoratrici ed i lavoratori;
- Contro la devastazione ambientale dei territori ed i soprusi avverso le locali popolazioni;
- Per la difesa integrale e pubblica dei beni comuni (acqua, aria, cibo, vestiti, abitazione, trasporti);
- Per i pieni ed eguali diritti civili, sociali e politici ai migranti;
- Contro gli ingenti fondi sperperati per Grandi Opere (No Tav, No Dal Molin, No Mose, No Ponte) di nulla utilità e per finanziare la spesa militare.
LA CRISI LA PAGHINO LE BANCHE, LE IMPRESE E CHI HA ACCUMULATO INGENTI PROFITTI ALLE SPALLE DI CHI PRODUCE CONCRETAMENTE LA RICCHEZZA REALE!
Ateneo di Modena in Rivolta/coordinamento dei collettivi
(LettereInMovimento, CollettivoEconomia, UniMOnda)
Ultime ore prima del 12! Sciopero, vento e bandiere!
Da GlobalProject
Lo Sciopero di domani è generalizzato. Ma questo aggettivo non avrebbe altro significato che quello “simbolico”, pur sempre importante ma non sufficiente, se non riuscissimo a leggere dentro questa giornata. Innanzitutto dal fatto che essa è il prodotto di un’Onda di movimento che ha scosso per mesi le università, le scuole e le strade del paese. Un movimento reale, con tutto il suo carico di straordinarie innovazioni e ingenue contraddizioni, che ha ribadito, ancora una volta e a maggior ragione all’inizio di questa nuova epoca, che solo il protagonismo diretto e moltitudinario della nuova composizione sociale, che essa si esprima in forma segmentata o ricomposta, può strappare dei cambiamenti.
La Cgil, che sta vivendo simbioticamente con il Pd la scoperta di una governance che non gli richiede più alcun ruolo concertativo, il 12 dicembre l’ha indetto spinta da quest’Onda. Che aveva spinto anche la Fiom a lanciare un suo Sciopero Generale e che avrebbe minacciato la stessa stabilità dei vertici dell’organizzazione. Per non essere travolta dall’Onda, dopo un congresso dei delegati all’Eur che si sono spellati le mani nell’applaudire l’intervento strappato dagli studenti, la Direzione ha indetto lo Sciopero Generale.
Il sindacalismo di base, curiosamente ed inspiegabilmente sempre un pò in difficoltà quando sulla scena irrompono i movimenti veri, quelli che non è possibile sindacalizzare, ha indetto per lo stesso giorno anch’esso lo Sciopero. Ma questa giornata non sarebbe potuta esistere senza i genitori e gli insegnanti che hanno riempito Milano, senza le decine e decine di migliaia di studenti che hanno assediato il Parlamento, senza che, insomma, qualcuno, dal basso, riprendesse la parola.
Cerchiamo questo dentro le notizie e i contributi che pervengono dalle regioni sullo Sciopero: le anomalie che rompono la compatibilità di un teatrino che, ormai, le opposizioni storiche ed ufficiali, sindacali e partitiche, recitano con poca convinzione e solo per se stessi. Cerchiamo l’autonomia, l’indipendenza, l’irrapresentabilità.
Osserviamo dunque con grande interesse tutti quei cortei senza bandiere che si muoveranno attraverso le città e gli appuntamenti ufficiali. Vi invitiamo a farlo: forse è dove non sventola niente che c’è più vento!
martedì 9 dicembre 2008
Verbale assemblea del 09/12/08
Ordine del giorno:
1) Sciopero Generale Generalizzato del 12 dicembre. Modalità di partecipazione.
2) Organizzazione interna per il prossimo futuro.
3) Proposte del gruppo Creativo.
4) Ultima assemblea prima delle festività e cena di chiusura primo ciclo di movimento.
- Si parte per Bologna entro le 8 di mattina. L'assemblea decide di aderire al corteo dell'Onda bolognese all'unanimità, con alcune specifiche: non si va contro la Cgil (e non sono queste le intenzioni del movimento bolognese), ma la nostra piattaforma è diversa; si parteciperà solamente ad azioni non-violente, simboliche e comunicative (ed è questo l'intento anche del movimento bolognese);
- Discussione su "Maratona didattica/Notte Bianca" da realizzarsi a marzo (data proposta: 11/03; luogo: il Campus; entrambe verificando le compatibilità logistiche con gli altri collettivi, che saranno contattati al proposito); Rosa di nomi di personaggi celebri da cui estrarne uno per invitarlo all'iniziativa: Vauro Senesi, Marco Travaglio, Milena Gabanelli, Sabina Guzzanti, Andrea Rivera, Ascanio Celestini, Alessandro Bergonzoni, Stefano Benni, Luciana Littizzetto, Franco Berardi "Bifo". Ci si suddivide in un gruppo di lavoro specifico che s'incaricherà di strutturare l'evento e di garantirne la messa in sicurezza: Giovanna, Giuditta, Marco, Elena, Pier, Giuseppe, Valentina Wully, Roberta, Sara, Elisa, Deppa. Discussione su questione "Spazi" a Lettere: rilanciata l'idea dell'inchiesta, si farà una richiesta ufficiale per ottenere i documenti concernenti la pratica presso la segreteria di facoltà. Ci si suddivide in due sotto-gruppi di lavoro. 1) Teorico: Fabio, Federico, Giulia Ballotta, Giuseppe, Alessio. 2) Tecnico: ovvero il gruppo Creativo in blocco.
- L'Infopoint con baratto dei libri sarà itinerante (tramite un carrello della spesa) e sarà realizzato durante la giornata di domenica 14 dicembre. Gestione affidata al gruppo Creativo. E' stata approvata la creazione di una spilla (di diametro medio grande, 3,8) di LettereInMovimento, mentre il bollo adesivo "Frutto della Ricerca" deve essere solamente stampato.
La prossima assemblea (l'ultima prima delle interruzioni natalizie) avverrà martedì 16 dicembre, ore 17, Aula Nuova. Dopo, andremo tutti a cena insieme in una osteria del centro (Deppa s'incaricherà di far circolare in mailing list una rosa di papabili locali).
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La Polizia carica i senesi! Vergogna... Modena è con Siena, oggi più di ieri!
08/12/08. A Siena forte contestazione contro Gianni Letta, accolto da un lancio di uova e pomodori. Momenti di tensione tra gli studenti e la Polizia. Tre studenti finiscono al Pronto Soccorso.
In seguito ai fatti della giornata dell’8 dicembre, in occasione della consegna al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta del premio Frajese, riteniamo doveroso fornire una ricostruzione dei fatti precisa e dettagliata che si basi sulle testimonianze dirette di quanti si erano recati in piazza Duomo per manifestare democraticamente il proprio dissenso. Intorno alle ore 17, le Forze dell’Ordine hanno chiesto ai circa duecento fra studenti e ricercatori precari presenti in piazza di posizionarsi dietro le transenne che dividevano il Duomo da Santa Maria della Scala. Alla ferma obiezione degli studenti che tenevano a sottolineare il proprio diritto all’incontro, vista la natura esplicitamente pubblica e aperta della cerimonia, è stato risposto che per ragioni di sicurezza e di ordine pubblico, l’ingresso era temporaneamente limitato alle sole persone con invito. In realtà, i criteri di selezione all’entrata erano unicamente volti all’esclusione totale di studenti e ricercatori, come mostrato dall’ingresso di diverse persone senza invito, chiaramente non appartenenti a queste categorie. Nonostante questo ennesimo episodio di violazione dei più elementari diritti democratici, ormai consuetudine dall’inizio di questa protesta, gli studenti hanno mantenuto la calma esibendo un dissenso forte e esplicito, ma sempre pacifico. La compostezza dei manifestanti si è mantenuta persino di fronte ad una provocazione ben peggiore che ha negativamente segnato la giornata. Un numero inaudito di Forze dell’Ordine in assetto anti-sommossa, infatti, non ha esitato a caricare al momento della caduta di un transenna contenitiva. A quel punto gli studenti sono rimasti immobili con le mani alzate e tre di loro sono stati duramente ed ingiustificatamente colpiti con dei manganelli da agenti della Celere. L’insensatezza e la foga del gesto sono state tali da richiedere l’intervento della Digos al fine di contenere lo spaventoso comportamento degli agenti. I tre ragazzi sono stati colpiti rispettivamente al petto, al gomito e ad un occhio, causando in quest’ultimo caso la rottura del paio di occhiali indossati. Malgrado la chiara violenza dell’attacco subito, gli studenti hanno mantenuto un comportamento pacifico, segnando una palese discontinuità tra la brutalità delle Forze dell’Ordine e la loro risposta non violenta. Oltre un’ora dopo questi avvenimenti si è verificato l’innocuo lancio di pomodori ed uova, tanto sottolineato da alcuni organi di comunicazione e dalle Forze dell’Ordine, nel tentativo di giustificare paradossalmente con questo atto la carica avvenuta in precedenza.
LettereInMovimento esprime la massima vicinanza alle studentesse, agli studenti, alle ricercatrici precarie ed ai ricercatori precari senesi, contro la consueta e becera violenza delle Forze dell'Ordine e del Potere!
Qui segnaliamo il link al giornale on-line dell'Assemblea Permanente "No 133" dell'Università di Siena, con testimonianze, rassegna stampa e video: http://www.atitoloprecario.splinder.com/
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Siamo tutt* Alexis! Grecia in fiamme! Sale la rabbia!
La cronaca della giornata di oggi, da Corriere.it:
http://www.corriere.it/esteri/08_dicembre_09/violenze_scontri_atene_12b3da44-c5bc-11dd-a2ac-00144f02aabc.shtml
Aleksandros Andreas Grigoropoulos, 15 anni, ragazzo, anarchico, assassinato dalla Polizia greca!
http://www.uniriot.org/index.php?option=com_content&task=view&id=487&Itemid=100
lunedì 8 dicembre 2008
Milano, lavoratori, studenti, insegnanti e genitori uniti contestano la Prima della Scala! E i "potenti" banchettano...
Cronache italiane...
Per la prima volta dal '68, sono scesi in piazza davanti alla Scala, per contestare la Prima, anche rappresentanze delle scuole milanesi. Gli attivisti della ReteScuole (docenti, studenti, genitori) si sono piazzati accanto agli operai e agli impiegati della Confederazione unitaria di base-Cub. I manifestanti sono stati trattenuti a circa 50 metri dall’ingresso del Teatro, proprio davanti alla sede comunale di Palazzo Marino, oltre le transenne protette da Polizia e Carabinieri. Gli striscioni dei lavoratori recitavano: «Ora basta! Mentre ingrassano i pescecani della finanza, tagliano salari, pensioni, Scuola, Sanità e servizi sociali». Rincarava la dose il mondo della Scuola: «Vogliono distruggere la Scuola Pubblica, io non ci sto». C'erano una decina di bambini dell'ultimo anno dell'asilo, con genitori e docenti, venuti da Sesto San Giovanni. «La mia Prima - recitava il volantino distribuito in piazza - la voglio a tempo pieno, con due maestre, con le compresenze e con i bimbi e le bimbe di tutto il mondo».
E intanto i selezionatissimi partecipanti alla Prima, senza il minimo senso del pudore e della moralità, si abbuffavano...
"La serata si è conclusa a Palazzo Marino, dove Letizia Moratti ha accolto gli 850 invitati per una cena di gala in atmosfera «lunare» con spuma di fois gras e cannoncini al pollo come entrée; tartare di salmone affumicato con vinaigrette di cetriolo e cialda di parmigiano per antipasto. L’immancabile risotto alla milanese con la nota esotica dello zafferano afghano (uno dei «Good Food» della Comunità di San Patrignano), il tradizionale ossobuco ridotto in dadolata con purea di patate e cuori di carciofo".
domenica 7 dicembre 2008
Solidarietà a Siena!
L'Università di Siena è stata a lungo uno dei centri di cultura più importanti d'Italia, il quale ha visto la nascita e lo sviluppo di alcuni dipartimenti che sono diventati ben presto punti di forza e di eccellenza dell'ateneo. A settembre 2008, purtroppo, si è venuti a conoscenza della disastrosa situazione finanziaria dell'ateneo: più di 250 milioni di euro di buco, circostanza che prevederà, fra le altre cose, la dolorosa cessione di alcuni immobili di proprietà dell'Università, quali il complesso di San Niccolò, neo sede della facoltà di Lettere e Filosofia.
Il “piano di risanamento” predispone in particolare:
- la chiusura di molti corsi di laurea; i quali passeranno, drasticamente, da 116 ad 88;
- il blocco totale del “turn-over”, dato che verrà chiesto il pre-pensionamento dei docenti alla soglia dei 65 anni, senza che però si possa procedere a nuove assunzioni (secondo il dettato del dl 180/08, il quale propone, mediante paramatri altamente criticabili quali l'efficientismo, la retorica meritocratica e la condotta economicistico-aziendale dell'Università, appunto la suddivisione categorica in atenei “virtuosi” e atenei “non virtuosi”, in base alla quale saranno, d'ora in poi, erogati i fondi e decise le modalità d'assunzione: come se il Sapere fosse una mera questione di bilanci tenuti in ordine!);
- la rimozione dei fondi interni destinati alla Ricerca;
- il blocco di tutti i concorsi e la non assunzione di coloro che hanno già vinto un concorso;
- l'accorpamento del tutto irrazionale di Dipartimenti totalmente diversi tra loro;
- l'autofinanziamento (leggasi privatizzazione integrale) della Ricerca.
Assumiamo come assolutamente nostro questo passaggio, da voi elaborato, il quale davvero centra il cuore della questione: “Questo “piano di risanamento" che coinvolge esclusivamente i soggetti più deboli dell'Università, tra cui docenti precari, borsisti, assegnisti di ricerca, personale tecnico-amministrativo, è per tutti noi chiara volontà di adesione a quell'idea di Università intesa dal Governo che porterà molto presto alla privatizzazione degli atenei, creando così centri culturali di serie A e di serie B, e che vedrà proprio nell'Università di Siena il primo esempio pratico di messa in atto di questa riforma data la nostra situazione disperata che ben si presta, in quest'ottica, ad una risoluzione privatistica palesata in ogni azione messa in atto dal Rettore.”
Il sottofondo è: si chiarisca la catena delle responsabilità, economiche, politiche ed amministrative, che ha condotto l'ateneo di Siena al collasso, la quale è da ricercarsi sicuramente ai “piani alti” della “governance lobbistica” operante, con la sua longa manus, nell'intero contesto della cittadina toscana!
In occasione della visita a Siena del sottosegretario Gianni Letta, prevista per l'8 dicembre, appoggiamo totalmente la vostra contestazione, pur non potendoci essere direttamente, ed aderiamo organizzativamente alla campagna nazionale di auto-inchiesta sul lavoro precario nell'Università, “Mentre voi la distruggete, noi la costruiamo!”
Rilanciamo l'idea, da costruire insieme, di organizzare una prossima manifestazione nazionale del movimento a Siena, la quale è già stata teatro del primo embrione di questo stesso (assemblea nazionale del 24 settembre 2008) oltre che di una mobilitazione fin qui encomiabile!
Noi la crisi non la paghiamo! La crisi la paghino le banche, le imprese e chi, concretamente, ha dissestato l'Università di Siena!
LettereInMovimento, Modena
Continua a leggere...venerdì 5 dicembre 2008
Un fiocco nero al braccio! Ad un anno dai fatti della ThyssenKrupp... Contro le "morti bianche", indignazione, cooperazione e resistenza!
Per adesioni: iodicobasta@gmail.com.
Il 6 dicembre dello scorso anno le fiamme della fonderia ThyssenKrupp a Torino, bruciarono la vita di sei (poi sette) lavoratori, giovani lavoratori che persero il loro futuro, per sempre. Una così grande tragedia, la sofferenza dei familiari, dei compagni di lavoro, di tutti, fu un grido che non si poteva non ascoltare, ci si disse che quando di lavoro si muore la società intera porta una ferita profonda, ci si disse ciò che già sapevamo: ogni giorno vi sono morti, ogni giorno gli incidenti sono migliaia, di lavoro ci si ammala e l’amianto ha ucciso e uccide ancora. Sono lavoratori italiani, rumeni, curdi, slavi, indiani e di tante altre parti del mondo. Il popolo degli invisibili, del lavoro nero, le vittime ignote pagano il prezzo più alto. Nulla rende la vita più precaria della morte. Dicemmo allora: mai più morti sul lavoro, non si può restare indifferenti, rifiutiamo l’assuefazione. Lanciammo una campagna per il diritto alla dignità e alla vita sul lavoro. Ci mobilitammo. Ricordate la catena umana in Piazza del Duomo, a Milano? Il nostro sentire comune?
Proponiamo che nella settimana che va dal 6 dicembre (anniversario della tragedia della ThyssenKrupp), al 12 dicembre (giornata di mobilitazione dei lavoratori e lavoratrici, studentesse e studenti, per lo Sciopero generale, che auspichiamo sia anche di popolo), vengano assunte iniziative, anche simboliche, alle quali tutte e tutti possano partecipare ed autorganizzare. Iniziative che segnino la nostra ribellione e la volontà di impedire che la strage continui, che ogni giorno si ripetano i drammi, che dicano a noi stessi e a tutti: ciascuno faccia la sua parte.
Mai più morti sul lavoro per la ricerca esasperata del profitto!
In particolare proponiamo che dal 6 al 12 dicembre:
- ognuno porti un fiocco nero intorno al braccio, sulla giacca o sulla borsa, come segno di lutto e di indignazione contro le morti sul lavoro;
- nelle sedi istituzionali vengano assunti impegni concreti per il futuro e atti simbolici per sottolineare quanto sconvolgente sia il susseguirsi di morti e incidenti, e consiglieri e assessori portino un fiocco nero durante una seduta.
Questa settimana di impegno su questo terreno, organico a tutti gli obiettivi dello Sciopero generale, sarà utile per valorizzare quanto già è stato fatto, in questo anno, per contrastare lo stillicidio di vite e in difesa della salute, a tutti i livelli: numerose infatti sono state le iniziative di sensibilizzazione nella società, nelle scuole e nelle istituzioni, dalle zone del decentramento al livello nazionale, con l’approvazione del Testo unico per la sicurezza sul lavoro da parte del Governo di centro-sinistra, che va difeso dagli attacchi del Governo di centro-destra e Confindustria, in modo che la legge venga finanziata ed applicata. E in particolare, sarà utile per non fermarci, molto resta da fare: va costruita una diffusa coscienza nella società, la base per poter dire un giorno: “Il dramma delle morti sul lavoro appartiene al passato”. Questa nostra “piccola” proposta ha il senso di sollecitare la visibilità di un sentire comune, di valorizzare la politica dei contenuti e dei valori di giustizia sociale che così gravemente sono aggrediti e scossi.
È un’idea, se sarà da molti condivisa e praticata diventerà un fatto.
Franca Rame, Dario Fo, Franco Calamida, Antonio Pizzinato, Nerina Benuzzi, Paolo Cagna Ninchi, Chiara Cremonesi, Mariolina De Luca Cardillo, Francesco Francescaglia, Guido Galardi, Patrizia Granchelli, Antonio Lareno, Pierfrancesco Majorino, Roberto Mapelli, Ettore Martinelli, Maria Grazia Meriggi, Arnaldo Monga, Emilio Molinari, Massimo Molteni, Carlo Monguzzi, Antonello Patta, Basilio Rizzo, Tiziana Vai. Continua a leggere...