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venerdì 10 ottobre 2008

European Anomalous Wave!

Pubblichiamo di seguito il messaggio dell’European Anomalous Wave all’Onda italiana, dopo il 14 novembre e l’assemblea della Sapienza.

Siamo gli studenti e le studentesse, i ricercatori e le ricercatrici, i docenti e le docenti di Madrid, Copenhagen, Amsterdam, Berlino, Parigi, Londra, Lione, Bruxelles, Barcellona, Lisbona, Granada, Murcia, Siviglia, Valencia, Stoccarda, Istanbul, Aarhus. Siamo quegli italiani all’estero per studio o per lavoro, che non hanno saputo resistere al richiamo di un’Italia in mobilitazione da due mesi, e in poco tempo e con poche risorse hanno dato vita a presidi, cortei e azioni di ogni tipo negli ultimi giorni e particolarmente il 14 novembre. Ci siamo riunit* sotto la pioggia e sotto il sole, davanti ad ambasciate, consolati ed istituti di cultura, abbiamo scritto volantini in un sacco di lingue diverse, e scandito slogan sempre con lo stesso accento. Essere lontano da Roma e dall’Italia mentre tutto questo succede ci riempie di invidia e di orgoglio, ma ci permette anche di vedere quello che accade sotto una prospettiva diversa. Essere all’estero ci ha permesso infatti di vedere come il resto d’Europa viva la grande Onda italiana. Interesse, solidarietà e supporto sono forti, importanti, ma non gli unici sentimenti che abbiamo raccolto durante queste giornate. Ciò che ci ha fatto riflettere prima, e sperare poi, è che ciò che accade in Italia sia visto ovunque come una lotta continentale. Se la Gelmini è una disgrazia italiana, il trend che essa rappresenta è un problema comune a molti. Per decenni, in Italia e in tutta Europa abbiamo visto governi di ogni colore tagliare sul sociale, provatizzare servizi e beni comuni, come risposta ad ogni crisi, come benzina per ogni futuro fantomatico sviluppo. Ciò che prima veniva fatto in nome della grande dottrina neoliberista, è invece ora soluzione ai problemi creati da quella stessa dottrina.
«Non pagheremo noi la vostra crisi» è uno slogan che ha unificato questo sentimento, comune in tutta Europa. Ovunque, presto o tardi, la crisi finanziaria colpirà, e ovunque ci sarà da difendere ciò che ci vorranno togliere, e chiedere di più. Gli studenti e le studentesse di mezza Europa seguono oggi le vicende italiane, chiedendoci di non fermarci, di arrivare fino in fondo, di dimostrare che ce la si può fare. E questo è quello che chiediamo anche noi, dall’estero, ai compagni e alle compagne d’Onda in Italia. Tanta è la paura che la situazione si normalizzi, che col tempo si ritorni in classe, che a colpi di piccole e insignificanti concessioni del ministro, pezzi di questo meraviglioso movimento si sfilino, e che, come altre volte, ciò che sembrava poter cambiare tutto, finisca col cambiare molto poco. Nel 2005, dopo il fantastico corteo del 25 ottobre, l’assemblea della Sapienza fu un rompete le righe. Ci si disse che non lo era, ma crediamo tutti si ricordi come, a parte pochi eventi, quella data fu l’inizio della fine di quel movimento. Oggi non può andare così. Troppo grande la posta in gioco, troppa la gente coinvolta, troppo grave sarebbe la sconfitta. Abbiamo bisogno di un’università e di una scuola diversa, dove la ricerca sia libera e liberi dalla precarietà i ricercatori, dove gli studenti non siano clienti del grande mercato della conoscenza, ma soggetti attivi nella produzione di sapere. Un sapere riconosciuto come bene collettivo, pubblico e pertanto di tutt* e da tutt* creato.

Abbiamo bisogno di autoriformare l’università. Abbiamo cominciato ad autoriformare l’università.

Abbiamo bisogno di una moltitudine di cospiratori che riparta da Roma e dalle assemblee della Sapienza per invadere il paese, decise e decisi ad arrivare fino in fondo. Fino alla fine. Fino alla vittoria.

Noi saremo qui, spars* per l’Europa, pront* a scendere in piazza con voi.

E, statene cert*, sarà una mareggiata che li seppellirà!


European Anomalous Wave

Onde di: Copenhagen, Parigi, Bruxelles, Madrid, Amsterdam, Londra, Barcellona, Berlino, Lione, Baden, Wuttemberg, Siviglia, Aarhus, Murcia, Utrecht, Almerìa, Granada, Comitato ScuolAperta di Atene contro la controriforma Gelmini, Ateneu Candela, Barcellona Collettivo Exit!

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