L'Università di Siena è stata a lungo uno dei centri di cultura più importanti d'Italia, il quale ha visto la nascita e lo sviluppo di alcuni dipartimenti che sono diventati ben presto punti di forza e di eccellenza dell'ateneo. A settembre 2008, purtroppo, si è venuti a conoscenza della disastrosa situazione finanziaria dell'ateneo: più di 250 milioni di euro di buco, circostanza che prevederà, fra le altre cose, la dolorosa cessione di alcuni immobili di proprietà dell'Università, quali il complesso di San Niccolò, neo sede della facoltà di Lettere e Filosofia.
Il “piano di risanamento” predispone in particolare:
- la chiusura di molti corsi di laurea; i quali passeranno, drasticamente, da 116 ad 88;
- il blocco totale del “turn-over”, dato che verrà chiesto il pre-pensionamento dei docenti alla soglia dei 65 anni, senza che però si possa procedere a nuove assunzioni (secondo il dettato del dl 180/08, il quale propone, mediante paramatri altamente criticabili quali l'efficientismo, la retorica meritocratica e la condotta economicistico-aziendale dell'Università, appunto la suddivisione categorica in atenei “virtuosi” e atenei “non virtuosi”, in base alla quale saranno, d'ora in poi, erogati i fondi e decise le modalità d'assunzione: come se il Sapere fosse una mera questione di bilanci tenuti in ordine!);
- la rimozione dei fondi interni destinati alla Ricerca;
- il blocco di tutti i concorsi e la non assunzione di coloro che hanno già vinto un concorso;
- l'accorpamento del tutto irrazionale di Dipartimenti totalmente diversi tra loro;
- l'autofinanziamento (leggasi privatizzazione integrale) della Ricerca.
Assumiamo come assolutamente nostro questo passaggio, da voi elaborato, il quale davvero centra il cuore della questione: “Questo “piano di risanamento" che coinvolge esclusivamente i soggetti più deboli dell'Università, tra cui docenti precari, borsisti, assegnisti di ricerca, personale tecnico-amministrativo, è per tutti noi chiara volontà di adesione a quell'idea di Università intesa dal Governo che porterà molto presto alla privatizzazione degli atenei, creando così centri culturali di serie A e di serie B, e che vedrà proprio nell'Università di Siena il primo esempio pratico di messa in atto di questa riforma data la nostra situazione disperata che ben si presta, in quest'ottica, ad una risoluzione privatistica palesata in ogni azione messa in atto dal Rettore.”
Il sottofondo è: si chiarisca la catena delle responsabilità, economiche, politiche ed amministrative, che ha condotto l'ateneo di Siena al collasso, la quale è da ricercarsi sicuramente ai “piani alti” della “governance lobbistica” operante, con la sua longa manus, nell'intero contesto della cittadina toscana!
In occasione della visita a Siena del sottosegretario Gianni Letta, prevista per l'8 dicembre, appoggiamo totalmente la vostra contestazione, pur non potendoci essere direttamente, ed aderiamo organizzativamente alla campagna nazionale di auto-inchiesta sul lavoro precario nell'Università, “Mentre voi la distruggete, noi la costruiamo!”
Rilanciamo l'idea, da costruire insieme, di organizzare una prossima manifestazione nazionale del movimento a Siena, la quale è già stata teatro del primo embrione di questo stesso (assemblea nazionale del 24 settembre 2008) oltre che di una mobilitazione fin qui encomiabile!
Noi la crisi non la paghiamo! La crisi la paghino le banche, le imprese e chi, concretamente, ha dissestato l'Università di Siena!
LettereInMovimento, Modena
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