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giovedì 11 dicembre 2008

Ultime ore prima del 12! Sciopero, vento e bandiere!

Da GlobalProject

Lo Sciopero di domani è generalizzato. Ma questo aggettivo non avrebbe altro significato che quello “simbolico”, pur sempre importante ma non sufficiente, se non riuscissimo a leggere dentro questa giornata. Innanzitutto dal fatto che essa è il prodotto di un’Onda di movimento che ha scosso per mesi le università, le scuole e le strade del paese. Un movimento reale, con tutto il suo carico di straordinarie innovazioni e ingenue contraddizioni, che ha ribadito, ancora una volta e a maggior ragione all’inizio di questa nuova epoca, che solo il protagonismo diretto e moltitudinario della nuova composizione sociale, che essa si esprima in forma segmentata o ricomposta, può strappare dei cambiamenti.
La Cgil, che sta vivendo simbioticamente con il Pd la scoperta di una
governance che non gli richiede più alcun ruolo concertativo, il 12 dicembre l’ha indetto spinta da quest’Onda. Che aveva spinto anche la Fiom a lanciare un suo Sciopero Generale e che avrebbe minacciato la stessa stabilità dei vertici dell’organizzazione. Per non essere travolta dall’Onda, dopo un congresso dei delegati all’Eur che si sono spellati le mani nell’applaudire l’intervento strappato dagli studenti, la Direzione ha indetto lo Sciopero Generale.
Il sindacalismo di base, curiosamente ed inspiegabilmente sempre un pò in difficoltà quando sulla scena irrompono i movimenti veri, quelli che non è possibile sindacalizzare, ha indetto per lo stesso giorno anch’esso lo Sciopero.
Ma questa giornata non sarebbe potuta esistere senza i genitori e gli insegnanti che hanno riempito Milano, senza le decine e decine di migliaia di studenti che hanno assediato il Parlamento, senza che, insomma, qualcuno, dal basso, riprendesse la parola.
Cerchiamo questo dentro le notizie e i contributi che pervengono dalle regioni sullo Sciopero:
le anomalie che rompono la compatibilità di un teatrino che, ormai, le opposizioni storiche ed ufficiali, sindacali e partitiche, recitano con poca convinzione e solo per se stessi. Cerchiamo l’autonomia, l’indipendenza, l’irrapresentabilità.
Osserviamo dunque con grande interesse tutti quei cortei senza bandiere che si muoveranno
attraverso le città e gli appuntamenti ufficiali. Vi invitiamo a farlo: forse è dove non sventola niente che c’è più vento!

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