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LUNEDì 27 APRILE ore 11.00 Aula Magna della Facoltà di Lettere : Conferenza stampa promossa da LettereInMovimento con l'Ordine dei Medici ed i Professori della Facoltà di Lettere




sabato 11 ottobre 2008

Mettete la sciolina sulle vostre tavole, allacciate gli attacchi: it is time to strike, let’s snowboarding!

Domani è Sciopero Generale, indetto dalla Fiom e dalla Cgil Funzione Pubblica, poi dalla Cgil tutta, infine dai sindacati di base (Cobas, Sdl, Cub). Questo Sciopero ha la sua genealogia nel ciclo di movimento che ha scosso il Governo Berlusconi, che trova le sue radici nei movimenti di docenti, genitori ed alunni contro la distruzione della Scuola pubblica organizzata dalla Gelmini, nella lotta delle facoltà in AutoRiforma e dei mille cortei che, ribelli, hanno attraversato le nostre città, nei segmenti della composizione di classe che stanno trovando l’occasione per mettersi in movimento sulla giusta onda: fabbriche, settore della distribuzione, comparto dell’arte e la componente soggettiva del lavoro migrante.
Non saremo timidi e non saremo ospiti: questo è innanzitutto una nostra giornata di lotta. E così dev’essere.
Saremo Onda, con l’ambizione di divenire mareggiata; tutti e tutte, al di là dei differenti contratti che abbiamo (per chi ce l’ha), età, scuole, passaporti (per chi ce l’ha), ci troveremo nei cortei autonomi ed indipendenti che si sono organizzati, da Milano a Napoli, da Venezia a Bologna, da Firenze a Palermo. Non c’è alcun permesso da chiedere né rappresentanti della sinistra con cui negoziare: vogliamo attraversare, ricombinare, comunicare e continuare la costruzione di tessuti organizzativi ed embrioni di quel comune che solo lottare insieme permette di avere.
E poiché è una nostra giornata di lotta, ci sono alcuni passaggi e sfide che vanno verificate, come fa lo snowboarder che indovina quando cominciare la discesa.

Punto zero. Siamo inafferrabili, incontenibili, irrappresentabili, per statuto e per scelta.

Punto primo. Così come la giornata lavorativa sociale è estesa e distribuita (ma, of course, non retribuita) sulle 24h e la fabbrica è socialmente distribuita, così la sfida di generalizzare il conflitto significa andare oltre le 8h dello sciopero tradizionale ed eleggere tutta la città come spazio del conflitto. Il padrone non è più confinato nel reparto e ovunque, quindi, va organizzata resistenza.

Punto secondo. La sfida è, appunto, il divenire mareggiata dell’Onda 1.0, il suo divenire costituente per l’insieme della composizione contemporanea del lavoro vivo. Qui e ora, domani, subito; con un senso di urgenza andiamo alla ricerca di un lessico comune.

Punto terzo. Partiamo dal riconoscimento che il primo capitolo è già sottoscritto da tutti coloro che scioperano: Noi la crisi non la paghiamo è già programma. Da qui si parte: non vogliamo pagare alcun sacrificio, nè abolizione della Scuola pubblica, nè precarietà (i.e. povertà) generalizzata, nè cassa integrazione. L’uscita dal fallimento del capitalismo passa attraverso la conquista di un reddito di cittadinanza per tutti e per tutte, indipendente da dove si è nati e dal colore della pelle.

Punto quarto. Non è una giornata semplice, per nessuno. Perchè alla gioia della lotta si sovrappone la rabbia senza fine per Alexis e per le centinaia di fratelli e sorelle greci che come noi lottano contro la crisi e che sono in queste ore in carcere sottoposti a quella giustizia asimmetrica che assolve comunque qualunque divisa. Verità, giustizia, libertà: parole che sono sui nostri striscioni, ovunque.

Non ci sono certezze, nè copioni già scritti. Ogni corteo è di fatto un’inchiesta militante ed ogni iniziativa un’ipotesi di lettura del presente. Comincia la discesa, let’s snowboarding. Ci si sente dopo, guai a chi paga lo skipass.

Gianmarco De Pieri, centro sociale Tpo (Teatro Polivalente Occupato) - Bologna

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