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domenica 5 ottobre 2008

Appello dell'Onda Anomala torinese verso il 6 dicembre (primo anniversario rogo Thyssenkrupp) e lo Scioper generale del 12 dicembre!

La crisi economica avanza e i surfisti dell’Onda Anomala torinese alzano la cresta, saltano i recinti, rinascendo altrove, oltre se stessi! Noi studenti e studentesse in rivolta da tre mesi contro la legge Gelmini e i tagli alla Scuola, all’Università e alla Ricerca sin dall’inizio avevamo intuito la gravità della prospettiva profilata dal progetto sociale del Governo, un progetto che oggi perde il velo di fronte all’allarme della crisi economica che mette insieme tutte e tutti: studenti con operai e precari, maestre e docenti con i dipendenti pubblici, i migranti e le famiglie.

Una generazione che si credeva assopita e narcotizzata dalle pubblicità ha alzato la testa contro il programma di distruzione fraudolenta dettata dai tagli dei ministri Tremonti e Brunetta dietro la quale si nasconde un preciso disegno sociale: quel progetto criminale dal profilo fortemente piramidale e di inclusione differenziale a tutti i diritti sociali (Istruzione, Sanità, diritti sindacali, ammortizzatori sociali) che oggi trova un incredibile fronte d’opposizione, una opposizione sempre più ampia e trasversale capace di straripare oltre i propri confini.

E’ per questo che chiamiamo tutte e tutti allo sciopero generale del 12 dicembre, per questo da più di un mese l’Onda torinese è emigrata oltre se stessa, verso il tessuto metropolitano, andando davanti ai luoghi di lavoro, alle porte di Mirafiori, nei quartieri popolari, arrivando nei call center, verso tutte le fabbriche della precarietà. Così tutti i giorni cerchiamo di dare coraggio e voce alle vittime delle scelte scellerate di questo Governo, a tutti i deboli esclusi dai diritti e colpiti per primi dalla crisi. Ci sostiene la convinzione e il coraggio di chi sa di aver ragione e di avere tutto da guadagnare e nulla più da perdere.

A Torino le fabbriche chiudono, gli operai vanno in cassa integrazione, i precari vengono licenziati dalla sera alla mattina e il disagio sociale cresce; aumentano le code alle porte delle mense per i poveri, alla stazione di Porta Nuova e nei quartieri popolari si riorganizza la vita degli strati più colpiti attraverso azioni di solidarietà sociale e mutualismo, mentre le assemblee degli studenti si trasformano in punti privilegiati per lo sfogo, diventano luoghi di scambio e di raccolta di esigenze e cantieri di costruzione di alternative ed elaborazioni politiche capaci di saldare il patto d’acciaio tra studenti e lavoratori verso un fronte unico.

Questo presente precario e incerto che coinvolge tutte e tutti ci ha fatto incontrare attorno ad un Noi collettivo. Non ci sarà un futuro per noi tutti se non avremo il coraggio di costruirlo insieme! E di costruirlo adesso!

La dura realtà di un Paese messo in ginocchio nel presente e depredato della possibilità di un futuro dignitoso nelle prospettive e nella vita di ogni giorno ha finalmente messo in mutande il re! Lo slogan “Noi la crisi non la paghiamo!”, urlato nelle piazze, ha rotto i recinti e attraversato i muri che separano le scuole e le università dalla società: noi studenti, noi precari della Conoscenza e della Formazione, noi Generazione "no-future", con il coraggio di un nuovo protagonismo abbiamo preso nelle mani il nostro destino decisi a non delegarlo mai più ad altri; non disposti, a nostre spese, a salvare il "culo" dei responsabili della crisi.

Non salveremo le loro banche, non aiuteremo la Confindustria, non aiuteremo la demagogica pace sociale di questo paese che per troppo tempo ha messo a tacere le esigenze e i bisogni reali di un’Italia intera. Non riconosciamo rappresentanze, non abbiamo governi amici, elogiamo l’irriverenza verso la "casta" dei politici e dei colletti bianchi indifferenti e prepotenti, pronti solo a chiacchierare di facili soluzioni nelle trasmissioni in tv dall’alto dei Palazzi e dai caldi e comodi sedili delle loro auto blu. Senza una vera politica sociale non ci può essere alcuna pace sociale!

Per questo, il 6 dicembre contro le morti bianche per non dimenticare Vito Scafidi e le vittime della tragedia di un anno fa alla Thyssenkrupp, saremo in piazza per rivendicare legalità e sicurezza a scuola e sui luoghi di lavoro e il 12 dicembre invitiamo tutte e tutti alla mobilitazione generale!

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