Da "il Manifesto"
Nonostante il giudizio universale che piove sulle nostre città da giorni (a Roma vi è stata una singolare congiunzione di contingenza storica e naturale, l'Onda che ha raggiunto il Ministero vuoto e ha incontrato l'onda che esonda il Tevere), positivi e radicali sono stati i toni, le passioni, i contenuti dello Sciopero Generale Generalizzato di ieri. Uno Sciopero Generale Generalizzato che ha visto l'Onda ancora una volta protagonista, nei numeri, nella qualità della partecipazione. A Roma, a Napoli, a Venezia, a Bologna, a Torino, a Milano, per citare solo alcune delle città dove i cortei dell'Onda hanno surfato lungo i cortei sindacali e hanno bloccato traffico e circolazione, o occupato stabili in disuso (è il caso di Roma, Horus). Uno Sciopero che non chiude nulla, semmai lascia aperte sfide importanti a venire, nella crisi che di certo non si rilassa, ma vivrà i suoi picchi più significativi nei prossimi mesi. Resta aperta la battaglia, infatti, all'Università. Intatta la 133/08, ma scricchiolante il Decreto legge 180, ferma la riforma. Non era scontato: la riforma era nelle corde del Governo, preparata già in primavera dalla costituzione dell'Aquis e foraggiata dagli editorialisti del "Corriere della sera". Contro gli sprechi, tanta America, non quella del presente, ma quella del passato già sconfitto: competizione degli atenei, differenziazione dei finanziamenti, efficienza e produttività, dismissione del pubblico. Alcuni elementi hanno preso corpo nel Decreto legge 180, ma il resto rimane in bilico, tra la vocazione dirigista di Berlusconi e la realtà: due mesi e mezzo di occupazioni, manifestazioni selvagge, blocco della circolazione. Abbassare la guardia sarebbe sciocco, se non dannoso, ma è altrettanto dannoso non cogliere quanta strada è stata fatta fin qui, con fatica, con gioia senza limiti, con determinazione. Anche per l'Università, oltre alla continuità, ci sarà bisogno di concretezza. La concretezza di pratiche alternative in grado di far vivere qui e ora, e non nei domani che cantano, l'Università che desideriamo. E allora: riqualificazione del Sapere e Autoformazione, biblioteche aperte fino a tardi, riduzione o cancellazione delle tasse (altro che aumenti!), servizi, democratizzazione dei processi decisionali, Ricerca indipendente. Una miriade di vertenze territoriali che parlano il linguaggio dell'AutoRiforma! Altrettanto decisiva la sfida sul Welfare e i nuovi diritti: reddito, questa la parola d'ordine che finalmente si incarna in pratiche di massa e chiede conto a tutti, anche a chi nel sindacato per lungo tempo è stato riottoso e indisponibile. Teatro, cinema, casa, mobilità: una nuova generazione esclusa dal vecchio patto mancato, quello postfordista, pretende un patto di nuova natura, inscritto nella crisi di sistema, unico antidoto alla catastrofe sociale.
Convinti che le strade dell'Onda siano ancora lunghe, aspettiamo il nuovo, con l'ansia di chi sa che la lotta sarà ancora faticosa, ma con la gioia di chi sa che solo i movimenti, quelli veri, possono cambiare le cose!
Informazioni e Appuntamenti
Autofinanziamento del collettivo: attivo di 229,47 €
LUNEDì 27 APRILE ore 11.00 Aula Magna della Facoltà di Lettere : Conferenza stampa promossa da LettereInMovimento con l'Ordine dei Medici ed i Professori della Facoltà di Lettere
sabato 13 dicembre 2008
Per un primo bilancio di movimento...
Francesco Raparelli - dottorando in Filosofia Politica, La Sapienza
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