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lunedì 3 novembre 2008

Riflessioni da InfoAut...

03.11.2007

NO-GELMINI: IL GOVERNO AL PIT-STOP: BATTUTA D'ARRESTO STRATEGICA!

... ma l'Onda non si ferma: iniziative per tutta la settimana, aspettando il 14
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Berlusconi e i suoi più stretti collaboratori impongono a Brunetta-Tremonti-Gelmini, trio fondamentalista del primato dell'economico, una "pausa di riflessione" circa l'applicazione del secondo tempo della riforma, quello riguardante nello specifico l'Università. Come hanno sottolineato in molti, la scelta di scendere a più miti consigli è segno della forza, capillarità e consenso di una protesta che ha attraversato tutto il paese nelle scuole di ogni ordine e grado. Una parziale vittoria, però...

Parziale perché l'indiscutibile risultato del movimento-Onda, con la paura che ha fatto ai piani alti, agitando gli altrimenti tranquilli sonni del premier con realistici incubi di sondaggi in picchiata, ha spinto tutti i poteri che intorno all'Università coagulano e prosperano ad una pressione inedita su di un governo sordo e decisionista. Hanno iniziato Lega ed A, le quali hanno chiaramente invitato il governo ad una pausa di riflessione. Ha continuato in maniera sparsa l'aristocrazia feudale dei rettori, preoccupata dei tagli e dell'ingovernabilità degli atenei, molto meno del divenire-Fondazione dell'Università cui buona parte di essi guarda invece con malcelato interesse. L'ha capito per ultimo Berlusconi, che non può accettare di veder crollare il consenso bulgaro (così almeno sembra) dei primi mesi del suo governo.
La scuola dunque come partita politica decisiva, blocco sociale coeso contro cui si sta scagliando l'esecutivo dei tagli a muso duro.

Il governo sceglie dunque di fare un passo indietro per farne molti di più in avanti in un futuro molto prossimo, confidando in un fisiologico rientro della protesta, in un riflusso dell'Onda, sperando di prenderci, tutte e tutti, per stanchezza.
Ai soggetti dell'irrappresentabile protesta il difficile ma irrimandabile compito di riprodurre e rilanciare la mobilitazione, continuando nella ricerca di forme non-rituali. Ad insegnanti e genitori la necessità d'inventare pratiche possibili di un interno sabotaggio della legge, agli studenti medi il programma di un'inedita alleanza coi loro insegnanti, agli universitar* la continuazione di una protesta non-rituale che fa dell'uscita dall'Accademia, direttamente nelle strade della metropoli, il suo perno di forza.

Non difficilmente si scorge l'operato infame tessuto dalle maglie di un'opposizione inesistente ma accalappiata come tanti avvoltoi (DiPietro e Veltroni) pronti a scagliarsi sulla preda-movimento con la carta del recupero istituzionale e del prosciugamento delle tante e differenti ricchezze soggettive prodotte dal movimento: l'innominabile referendum... una proposta da rifiutare, che segnerebbe la sconfitta di una mobilitazione che continua ad aprire ben altre prospettive.

InfoAut

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